2013-06-29 14:16:40

Il sindaco di Roma, Marino: impegno per ultimi e periferie, presto l’incontro con il Papa


Nella Festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma, il nuovo sindaco della città, Ignazio Marino, ha rilasciato la sua prima intervista alla Radio Vaticana, soffermandosi in particolare sull’impegno comune della Chiesa e dell’amministrazione capitolina per i cittadini più deboli. L’intervista è stata realizzata da Luca Collodi e Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

R. - La giornata è iniziata con un colloquio molto importante, relativo anche alla festa, perché questa mattina, alle 8, ho chiamato il Quirinale per fare personalmente gli auguri di buon compleanno a Giorgio Napolitano e il presidente ha ricambiato gli auguri, dicendo: “Anche io devo fare gli auguri, perché oggi è la Festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma, e quindi una festa importante per la città”. E' anche una festa consolidata nella memoria della nostra città, come consolidato è il forte e importante ricordo del martirio dei Santi Pietro e Paolo che viene, appunto, celebrato non solo come festa religiosa - in questa occasione nella Basilica di San Paolo, dal 28 al 30 giugno, si svolgeranno diverse celebrazioni religiose - ma è anche animata da manifestazioni più popolari, come giochi, musica, sport, proprio in ricordo dei nostri Santi Patroni.

D. - Come possiamo vedere il rapporto, in una città multietnica e socialmente avanzata come Roma, tra Chiesa e comunità civile?

R. - Roma è il centro della cristianità e quindi deve anche essere al servizio di tutti quei pellegrini che giungono nella nostra città da ogni luogo della terra. Tra qualche giorno avrò lo straordinario onore di un’udienza dal Santo Padre e certamente quello dell’accoglienza, del pellegrinaggio, dei viaggi che portano tante persone da ogni angolo del pianeta in questa città, anche per motivi religiosi, sarà uno degli argomenti che affronterò, perché credo che debba esserci maggiore cura al riguardo. Credo che Roma su questo debba avere un impegno preciso. E’ una responsabilità di carattere globale.

D. - All’Angelus di oggi, il Papa ha detto che “La Chiesa di Roma è fondata sul martirio e non sul potere”. Questa è una frase che merita un commento…

R. - Vorrei distinguere, almeno nella mia visione, che la parola “potere” deve essere considerata come un verbo - “potere fare”, “potere agire”, “potere migliorare”, “potere servire” - e non come un sostantivo, il sostantivo potere. Sono due concetti diversi. Spero di poter dimostrare insieme alla Giunta, fatta di persone competenti nelle diverse aree strategiche, che per noi “potere” non è un sostantivo, ma è un verbo al servizio della città.

D. - Lei ha visitato la mensa Caritas. Soprattutto nelle periferie di Roma, ma oggi anche in realtà del centro, vista la crisi la Chiesa offre un grande aiuto alle istituzioni pubbliche a sostegno dei più deboli e dei più poveri. E' una collaborazione, secondo lei, da continuare e da sviluppare?

R. - Non è solo una collaborazione da continuare e da sviluppare quella tra il mondo delle associazioni religiose, la Caritas e il servizio ai più deboli, ma deve essere anche valorizzata! Questa settimana, ad esempio, io ho voluto che venisse sbloccato tutto quell’insieme di permessi che garantiranno alla Caritas di avviare un nuovo centro di ospitalità, un nuovo dormitorio a Via Marsala. Insomma Comune, associazioni, chiese debbono darsi una mano e bisogna che si inizi proprio da coloro che sono rimasti indietro. Io non credo che Roma possa diventare una comunità, se non si dà valore alle funzioni di coloro che servono i più deboli e i più poveri. Roma diventerà una comunità - io ne sono certo! - proprio perché noi inizieremo a lavorare dalle periferie, da coloro che sono rimasti indietro.







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