Festa Santi Pietro e Paolo, il Papa impone il pallio a 34 metropoliti: "Se la logica
del potere prevale su Dio, diventiamo pietra di inciampo"
"Quando lasciamo prevalere la logica del potere umano e non ci lasciamo istruire e
guidare dalla fede, da Dio, diventiamo pietra di inciampo". Così il Papa, ieri mattina,
celebrando nella Basilica Vaticana, in occasione della Solennità dei Santi Pietro
e Paolo, Patroni della Chiesa di Roma, una Messa durante la quale ha imposto il pallio
a 35 nuovi metropoliti, 34 giunti a Roma più uno rimasto nella sua sede. Presente
la delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, guidata dal Metropolita
di Pergamo Ioannis che con il Pontefice ha pregato di fronte alla Tomba di Pietro.
“Uniti nelle differenze: questa la strada di Gesù”, ha detto il Santo Padre. Il servizio
è di Paolo Ondarza:
Segno di comunione
con il vescovo di Roma e impegno ad essere strumenti di comunione. Il Pallio, insegna
liturgica, simbolo della pecora smarrita e del Buon Pastore che dà la vita per il
suo ovile, come da tradizione nel 29 giugno, nella festa dei Patroni della Chiesa
di Roma, è stato posto quest'anno da Papa Francesco sulle spalle di 34 arcivescovi
metropoliti provenienti da tutto il mondo. La loro presenza – ha notato il Santo Padre,
citando il Concilio Vaticano II – è segno di comunione nella Chiesa, che non significa
uniformità. La varietà infatti è una grande ricchezza:
"Una grande ricchezza
che ci fa rivivere, in un certo modo, l’evento di Pentecoste: oggi, come allora, la
fede della Chiesa parla in tutte le lingue e vuole unire i popoli in un’unica famiglia".
“La varietà – ha proseguito Papa Francesco – nella Chiesa si fonde sempre
nell’armonia dell’unità, come un grande mosaico in cui tutte le tessere concorrono
a formare l’unico grande disegno di Dio”:
"E questo deve spingere a superare
sempre ogni conflitto che ferisce il corpo della Chiesa. Uniti nelle differenze: questa
è la strada di Gesù! … il Sinodo dei Vescovi, in armonia con il primato. Dobbiamo
andare per questa strada della sinodalità, crescere in armonia con il servizio del
primato".
Il vescovo di Roma - ha detto il Papa - è chiamato a confermare
nell’unità nella fede, e nell’amore. Guidato dall’icona evangelica della confessione
di Pietro a Gesù, possibile perché donata dall’alto: “Tu sei il Cristo, il Figlio
del Dio Vivente”, alla quale seguono le parole del Messia “Tu sei Pietro e su questa
pietra edificherò la mia Chiesa”, Papa Francesco ha messo in guardia i cristiani e
i ministri della Chiesa dal pericolo di pensare secondo la logica mondana:
"Quando
Gesù parla della sua morte e Risurrezione, della strada di Dio che non corrisponde
alla strada umana del potere, in Pietro riemergono la carne e il sangue: 'si mise
a rimproverare il Signore: … questo non ti accadrà mai' (16,22). E Gesù ha una parola
dura: 'Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo' (v. 23). Quando lasciamo prevalere
i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la logica del potere umano e non ci lasciamo
istruire e guidare dalla fede, da Dio, diventiamo pietra d’inciampo".
Sono
poi le parole di Paolo, “ho combattuto la buona battaglia” ad ispirare la riflessione
del Papa che scansa subito ogni equivoco: la battaglia condotta dall’Apostolo delle
Genti non è quella delle armi umane che “purtroppo ancora insanguina il mondo”, ma
quella del martirio:
"San Paolo ha un’unica arma: il messaggio di Cristo
e il dono di tutta la sua vita per Cristo e per gli altri. Ed è proprio l’esporsi
in prima persona, il lasciarsi consumare per il Vangelo, il farsi tutto a tutti, senza
risparmiarsi, che lo ha reso credibile e ha edificato la Chiesa. Il Vescovo di Roma
è chiamato a vivere e confermare in questo amore verso Cristo e verso tutti senza
distinzioni, limiti e barriere".
Presenti alla messa la delegazione del
Patriarcato di Costantinopoli, guidata dal metropolita Ionannis. Papa Francesco ha
ringraziato per questo rinnovato gesto fraterno il Patriarca ecumenico Bartolomeo
I. La visita, che ieri ha visto l’udienza del Santo Padre ai partecipanti, si inserisce
infatti nel tradizionale scambio di Delegazioni per le rispettive feste dei Santi
Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi apostoli Pietro e Paolo
e il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di Sant’Andrea apostolo. Ulteriore
presenza ecumenica, salutata dal Papa, il Thomanerchor, il Coro della Thomaskirche
di Lipsia, la chiesa di Bach, che ha animato la liturgia.