Accordo tra i leader europei: 6 miliardi per l’occupazione giovanile
A notte fonda i capi di Stato e di Governo europei, riuniti a Bruxelles, hanno trovato
l'accordo sull’occupazione giovanile: saranno 6 i miliardi destinati a far ripartire
il mercato del lavoro; cifra che potrà salire fino a 8 miliardi nel 2015. Il servizio
è di Salvatore Sabatino:
Alla fine l’accordo
c’è stato, facendo ripartire il vertice sull'occupazione giovanile che si era, invece,
arenato sulla distribuzione dei contributi per l’agricoltura, ed in particolare sulla
riduzione di quelli versati alla Gran Bretagna. E’ stato il premier Cameron, infatti,
a farla da padrone. E’ arrivato a minacciare il veto sul bilancio. Alla fine è stato
accontentato; troppo rischioso far fallire l’incontro su cui si concentravano tutte
le speranze per far ripartire il mercato del lavoro giovanile, che vuol dire poi far
ripartire l’intera economia europea. I termini dell’accordo sono più che positivi
– si affrettano a dire i leader – perché saranno destinati ai giovani 6 miliardi di
Euro. Ma ci saranno almeno due miliardi in più, recuperati grazie alla flessibilità
inserita nel bilancio Ue dopo l'accordo di ieri. I principali beneficiari dei fondi
saranno Spagna, Grecia, Italia e Francia, tutti Paesi fortemente debilitati dalla
crisi. Solo oltre 26 milioni i disoccupati in Europa, tra questi oltre 5 milioni e
mezzo hanno meno di 25 anni.
Ci sono Paesi come la Spagna e l’Italia dove il
problema occupazione è piuttosto preoccupante, altri come la Germania in cui è meno
accentuato. Anche in questo l’Europa è piuttosto differenziata, ma tema al centro
di tutto è la ripresa economica. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Carlo
Altomonte, docente di Politica Economica Europea all’Università Bocconi di Milano:
R.
– In realtà il tema fondamentale è che le decisioni sull’uso dei fondi possono essere
un importante ammortizzatore per risolvere il problema disoccupazione ma il vero tema
è la crescita economica. Per risolvere in maniera strutturale queste differenze in
Europa dobbiamo fare in modo che tutti i Paesi crescano in misura simile. Quindi,
per quanto può sembrare strano, temi come l’unione bancaria o la soluzione della crisi
finanziaria, in realtà, sono strumentali a risolvere anche il problema della disoccupazione.
Sono due facce della stessa medaglia.
D. - Intanto è stato raggiunto l’accordo
tra Parlamento europeo e Consiglio sul bilancio 2014-2020. Si aspettava, c’era molta
tensione, anche perché questo è un risultato importantissimo…
R. – Queste sono
altre risorse, altre diverse centinaia di miliardi che i Paesi destinano alla spesa
“strutturale”, quindi la spesa per lo sviluppo regionale per le infrastrutture sia
fisiche sia telematiche per lo sviluppo dell’agricoltura ma in realtà dell’ambiente.
Infatti, la spesa agricola è una spesa legata alla qualità dell’ambiente, al finanziamento
della ricerca e sviluppi europei, quindi ulteriori misure che dovrebbero servire da
volano per la crescita in Europa. Sono tutti mattoncini che stanno andando nella direzione
giusta. Mi auguro che prima o poi dalla carta della legislazione si passi agli effetti
economici sulla crescita e che poi, anche se purtroppo con un po’ di ritardo, arrivi
anche all’occupazione.