India. Duemila villaggi inondati: frati e suore attivi nell'aiutare le vittime in
Uttarkand
Le inondazioni improvvise in Uttarkand sono “una tragedia nazionale che colpisce molta
della nostra gente. Come religiosi indiani, insieme con tutte la Chiesa, siamo profondamente
colpiti e rispondiamo con la preghiera e con tute le azioni possibili per sostenere
le vittime”: lo afferma un messaggio pervenuto all’agenzia Fides dalla Conferenza
dei Religiosi dell’India, che unisce Ordini e congregazioni religiose maschili e femminili.
A causa del monsone anticipato nello Stato Uttarkand (India del Nord) oltre 2.000
villaggi nei distretti di Uttarkashi, Chamoli e Rudraprayāg sono stati totalmente
o parzialmente interessati dal inondazioni devastanti. Più di 100 persone nel villaggio
di Guptkashi e nei villaggi adiacenti sono morti, mentre almeno 2.000 sono i dispersi.
La zona interessata dalle alluvioni si trova nella diocesi di Bijnor e la Conferenza
dei religiosi si è messa a disposizione della diocesi. Il vescovo locale, mons. John
Vadakel, ha avviato uno sforzo coordinato per gli aiuti umanitari, insieme a Caritas
India. Secondo quanto affermano fonti locali, “i problemi maggiori vengono soprattutto
per il gran numero di pellegrini che erano sul luogo per un pellegrinaggio a un tempio
indù di Kedarnath e sono rimasti bloccati”. Anche la popolazione residente è stata
fortemente colpita: mentre i soccorsi stanno migliorando ci si sta focalizzando sui
danni arrecati nei diversi villaggi. Il messaggio della Conferenza dei religiosi conclude:
“Chiediamo a tutti i religiosi dell'India si impegnarsi a sostenere questa causa,
con le preghiere e con altri contributi secondo i loro mezzi e le possibilità”. (R.P.)