2013-06-27 11:04:41

Don Balducchi sul dl carceri: non risolve ma migliora la situazione


Per il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, il provvedimento sulle carceri approvato mercoledì è solo un primo atto di un progetto più ampio. Per il ministro, l’obiettivo è depenalizzare una serie di reati, puntando sulle pene alternative o sulla messa alla prova. Alessandro Guarasci ha sentito don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei cappellani delle carceri italiane:RealAudioMP3

R. – Serve a rallentare in qualche maniera la situazione, in modo che possa esserci un momento di respiro nel discorso dell’emergenza carcere, perché cerca di fare entrare meno persone in carcere e di facilitare l’uscita dal carcere, in percorsi di responsabilità sul territorio, tipo i lavori socialmente utili, per le persone socialmente meno pericolose. Si sa che non è la soluzione del problema …

D. – Ma questo che cosa vuol dire, secondo lei? Bisogna lavorare più stabilmente sulle pene alternative e sulla messa alla prova?

R. – Sicuramente, bisognerà lavorare molto di più in questo senso. Ma questo avverrà soprattutto se il governo riuscirà a riformare l’amministrazione della giustizia, che veda il carcere come l’estrema ratio. E invece, per tutta una serie di reati e di illegalità, utilizzare strumenti che non prevedano come pena il carcere, ma pene di responsabilità sociale. Chiederei poi alle comunità cristiane di essere più disponibili all’accoglienza per percorsi di ri-socializzazione e di riconciliazione.

D. – Lei si è chiesto perché in Italia il braccialetto elettronico non sia mai decollato?

R. – Sinceramente, non lo so. So solo che hanno speso molti soldi per niente, anche se il braccialetto elettronico – per quanto mi riguarda – non lo considero una misura che permetta alla persona in quanto tale di decidere di cambiare il proprio comportamento rispetto all’illegalità.

D. – Si parla anche di amnistia ed è indicato come uno degli strumenti per risolvere il problema del sovraffollamento. Secondo lei, lo è davvero?

R. – L’amnistia, oggi come oggi, dovrebbe servire a fare in modo di azzerare un gran numero di procedimenti in corso e che non hanno soluzione veloce. Potrebbe essere addirittura uno strumento per dire: ok, facciamo un atto di conciliazione sociale e, a partire da quello, costruiamo una migliore giustizia.

D. – Molte persone sono in carcere per reati collegati alla tossicodipendenza o all’immigrazione non regolare. Sono leggi, queste, che vanno riviste?

R. – Sicuramente vanno riviste, tanto è vero che qualcosa, anche nel decreto, è rivisto. Siamo già su questa strada: alcune leggi che erano molto "carcerizzanti" hanno avuto qualche modifica all’interno della proposta. Speriamo che si vada un po’ più avanti.







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