Convegno sulle violenze di genere: cultura del rispetto si impara dalla scuola
Un confronto tra istituzioni, associazioni e strutture ospedaliere contro la diffusa
piaga della violenza di genere, fenomeno che vede le donne spesso vittime silenziose.
Durante una tavola rotonda organizzata nei giorni scorsi presso il Policlinico Umberto
1 di Roma, Federica Baioni ha raccolto le testimonianze di Flaminia Ferri specializzanda
in gastroenterologia e del Prof. Vincenzo Mastronardi medico psichiatra:
Violenza, aggressione
e tentativi di stupro, le donne le più colpite. Esperienze che lasciano il segno e
che vengono definite da una trentenne un vero e proprio handicap. Sentiamo Flaminia
Ferri e la sua storia:
“Un anno fa, nei sotterranei del Policlinico,
ho subito un’aggressione da parte di un ragazzo che girava da tempo all’interno del
dipartimento: un tentativo di stupro. Fortunatamente, sono riuscita a difendermi.
E’ rimasto un segno importante nella mia vita. Io lo definirei un handicap: sono una
donna di 30 anni che non riesce a svolgere le sue attività in maniera indipendente,
sono costretta spesso a dipendere da famigliari o amici. Vorrei dire innanzitutto
che denunciare è un aspetto fondamentale della lotta contro la violenza, perché se
non c’è la denuncia, non si può dare neanche una risposta a questo problema”.
Spesso,
la violenza inizia sui banchi di scuola e bisogna intervenire con programmi di educazione
sin dall’età minorile, colpevole di violenza spesso il marito o compagno, su cui bisogna
intervenire con interventi e cure psicologiche. Il prof. Vincenzo Mastronardi:
“Abbiamo
la possibilità non solo di tutelare la famiglia, di tutelare la donna, ma anche di
tutelare eventuali recidive. Quindi, di fare in modo che non venga soltanto penalizzato
l’uomo, ma che venga curato. E’ importante che la scuola si sensibilizzi a divulgare,
già nei primi anni di scuola elementare, la cultura del rispetto della donna”.