Europa: alla Settimana della speranza il messaggio di don Pino Puglisi
Don Pino Puglisi il prete siciliano di Brancaccio ucciso dalla mafia nel '93 continua
a far parlare di sé e del suo impegno per il Vangelo, l’uomo, la legalità. A lui -
riporta l'agenzia Sir - è stata dedicata lunedì una serata che si è svolta nella Chiesa
domenicana di Bruxelles e che nell’ambito della Settimana della Speranza, promossa
dalla Comece, è stata animata dagli arcivescovi di Palermo e Catanzaro, il cardinale
Paolo Romeo e mons. Vincenzo Bertolone. Un folto gruppo di persone hanno seguito i
vari interventi, tra loro anche autorità religiose e politiche dell’Ue come il nunzio
apostolico presso l’Unione europea, mons. Alain Lebeaupin, il vescovo ausiliare di
Bruxelles, mons. Jean Kockerols, l’ambasciatore italiano presso il Belgio Alfredo
Bastanielli e l’eurodeputato, membro della Commissione speciale europea sulle mafie
e il crimine organizzato, Salvatore Iacolino. Beatificato quest’anno il 26 maggio
scorso, “don Puglisi - ha detto il cardinale di Palermo, Paolo Romeo - non era il
prete-antimafia, ma il prete per il Vangelo. Padre Puglisi toglieva quella coltre
di omertà che bloccava un quartiere, privava di manovalanza la mafia, minava al cuore
la criminalità organizzata, facendo conoscere l’amore di Dio per ogni uomo e offrendo
soprattutto ai giovani un cammino degno e rispettoso della loro dignità, facendone
uomini liberi”. Padre Puglisi - ha così proseguito l’arcivescovo di Palermo - “era
cosciente dei rischi di correva ma non voleva correre il rischio di non rispondere
alla sua vocazione”. La sua vita è un messaggio chiaro per la Chiesa e i cristiani
d’Europa, che “non devono farsi prendere dal panico o dallo scoraggiamento ma continuare
ad attingere la speranza dalla Parola di Dio. La vita di padre Puglisi è un oceano
di speranza. Un chicco di grano che con il passare del tempo cresce e genera vita
nuova”. Anche per mons. Vincenzo Bertolone, bisogna parlare di mafia e di don Pino
Puglisi “nelle scuole, soprattutto laddove la dignità dell’uomo viene svenduta a pochi
soldi, in contesti in cui la speranza viene meno, il rispetto delle istituzioni vacilla
e la possibilità di riscatto sembra appartenere a pochi”. “Senza certezza di futuro
- ha detto mons. Bertolone - non c’è speranza. Ma la speranza la costruiscono uomini
e donne coerenti con le idee che professano e diventano uomini e donne credibili e
pronti per quelle idee anche a dare la vita, come ha fatto don Pino. Fu ucciso per
i suoi ideali, per il suo amore al Vangelo, per la sua predilezione per gli ultimi.
Non ha tolto la libertà ai mafiosi, non ha impedito loro di fare affari. Ha semplicemente
cercato di formare coscienze capaci di pensare cristianamente e di agire evangelicamente”.
(R.P.)