Bce: segni di stabilizzazione ma incertezza rimane. Letta: al via pacchetto sul lavoro
L’Euro è stabile, lo confermano le aspettative sul tasso di inflazione. Così il presidente
della Bce al Consiglio economico della Cdu a Berlino. Draghi insiste sulla necessita'
di riforme strutturali e dell’unione bancaria e poi rassicura: “l'uscita della Bce
dalla politica accomodante e' distante”. Intanto il governo italiano si appresta a
varare un primo pacchetto di misure contro la disoccupazione da portare al Consiglio
Ue del 27 e 28 giugno. Il servizio di Gabriella Ceraso:
Ci sono segnali
di stabilizzazione a livello di fiducia, anche se l'incertezza rimane. La previsione,
di Mario Draghi, è che lo stimolo monetario e i miglioramenti sui mercati finanziari
supportino una ripresa prevedibile quasi certamente verso fine anno. Il presidente
della Bce, da Berlino, rilancia la questione chiave delle riforme strutturali per
aumentare competitività, efficacia e equità economica, e poi il ruolo decisionale
di governo e parti sociali. La politica monetaria, per la Bce infatti, e' solo una
piccola parte dell'agenda complessiva anticrisi. Comunque la stabilità dei prezzi
è garantita e le prospettive generali, avverte Draghi, richiedono di mantenere un
orientamento accomodante: ampiamente riconosciuti i benefici del programma di acquisto
di titoli governativi. All’Ue guarda anche il governo italiano che al consiglio di
Bruxelles, giovedì, porterà un pacchetto contro la disoccupazione al vaglio domani
dell’esecutivo e chiederà di fare fronte comune. “Non sarà facile” anticipa Letta
oggi alla Camera, “convincere l’Ue a varare misure concrete”.”Ci attende un confronto
duro”. Nel pacchetto previste agevolazioni fiscali per contratti a tempo indeterminato,più
flessibilità in entrata nei contratti a tempo senza incidere sulle tutele, apprendistato
più libero e maggiore agilità per gli uffici di collocamento. La situazione non piace
a Squinzi: il leader di Confindustria avverte che l’Italia soffrirà quest’anno più
del previsto, resterà ancora in recessione e sarà difficile fare meglio di un calo
dell’1,5% del Pil, sempre che il miglioramento previsto arrivi a fine anno.