Si conclude oggi nella capitale thailandese Bangkok, il primo Dialogo regionale tra
leader religiosi, persone che vivono con l’Hiv e l’Aids e le popolazioni-chiave coinvolte
dalla malattia (ovvero i gruppi a rischio, per condizione socio-economica, discriminazione
sessuale o condizioni di emarginazione). Presenti all’evento - riferisce l'agenzia
Misna - partecipanti da Cambogia, India, Indonesia, Myanmar e Thailandia. Un’occasione
preziosa di incontro e di scambio di esperienze sostenuto dal Programma congiunto
delle Nazioni Unite sull’Hiv e l’Aids-Unaids in un’area, quella dell’Asia meridionale,
dove a concreti passi avanti negli ultimi decenni si contrappongono ancora livelli
elevati di discriminazione e di criminalizzazione che contribuiscono all’isolamento
dei sieropositivi e impediscono loro di accedere alle cure necessarie. A Bangkok,
per la prima volta, rappresentanze della galassia di organizzazioni e di iniziative
che con un sempre maggiore coordinamento cercano di intervenire nella prevenzione
e cura ma anche per l’accettazione sociale di chi è colpito dal contagio, si incontrano
con le esperienze religiose del continente. Le religioni restano centrali nella vita
delle popolazioni dell’Asia e del Pacifico. Per questo, i leader religiosi hanno potenzialmente
una grande influenza sulle attitudini sociali prevalenti; possono quindi partecipare
a indirizzare in modo più equo ed efficace le politiche di contenimento e cura della
malattia, come pure contribuire a ridurre stigma e discriminazione. (R.P.)