India: la Chiesa in soccorso delle vittime dello “tsunami dell’Himalaya”
La Caritas India “si unisce agli sforzi del governo e delle altre organizzazioni di
volontariato nel portare solidarietà e aiuti umanitari alle vittime della calamità
che ha colpito la popolazione dello Stati di Uttaranchal e Himachal Pradesh”: lo afferma
una nota diffusa dall’organizzazione cattolica, e inviata all’agenzia Fides, all’indomani
delle inondazioni che hanno devastato i due Stati nel Nord dell’India, facendo oltre
5.000 vittime e colpendo la vita di oltre 150mila persone, molte delle quali ancora
intrappolate nel fango, in attesa di soccorsi. Padre Frederick D’Souza, direttore
esecutivo della Caritas, esprimendo piena vicinanza alle vittime del disastro, ricorda
che uno dei principi dell’organizzazione, espressione della Chiesa cattolica indiana,
è quello di operare in partnership con le istituzioni, venendo incontro alle reali
esigenze delle popolazioni colpite dalle calamità. La Caritas assicura la sensibilizzazione
di tutta la propria rete delle sedi nazionali e della rete della Caritas Internationalis.
Caritas India ha inviato personale nella zona e sta cercando di sostenere le famiglie
colpite con vestiario, cibo, aiuti sanitari di base. La partenza anticipata del monsone
estivo in India ha avuto tragiche conseguenze in molti stati, sotto le pendici dell’Himalaya.
Le forti precipitazioni apportate dal monsone hanno originato devastanti alluvioni
nella regione himalayana dell’Uttaranchal che, secondo il Dipartimento meteorologico
indiano, ha ricevuto più di tre volte del suo normale quantitativo di piogge atteso
per il mese di giugno. Sul versante meridionale della catena himalayana si è scaricata
una autentica valanga d’acqua, chiamata “lo tsunami dell’Himalaya”, che si è riversata
a valle e ha inghiottito interi villaggi e centri abitati. Oltre alle inondazioni,
le piogge torrenziali hanno causato anche enormi smottamenti e frane. (R.P.)