Comece: la "Settimana della speranza" nel segno del Beato Popieluszko
“Il primo messaggio che vogliamo dare è che siamo presenti. La Chiesa in Europa, la
Chiesa per l’Europa, la Chiesa nel cuore dell’Europa. E questa settimana della speranza
ci dà una opportunità per dire che la Chiesa è una compagna di viaggio, al servizio
di tutti quelli che cercano di dare un’anima all’Europa”. Con queste parole - riferisce
l'agenzia Sir - padre Patrick H. Daly, segretario generale della Comece (Commissione
degli episcopati della Comunità europea), ha presentato la “Settimana della speranza”,
iniziativa che ha preso avvio ieri mattina a Bruxelles, nella Cappella per l’Europa
in Rue van Maerlant, nel cuore del quartiere dove si trovano gli uffici europei. Il
primo appuntamento di questa lunga settimana europea all’insegna della speranza è
stata una preghiera ed una riflessione sulla figura del beato Kerzy Popieluszko. Una
vita vissuta a fianco del movimento operaio polacco e spesa per i temi della libertà
e della giustizia sociale. Padre Popieluszko si unì ai lavoratori del sindacato autonomo
di Solidarność e, nonostante la legge marziale (1981-1983) e il regime comunista,
non cessò mai di predicare il Vangelo: le sue omelie e le sue prediche venivano ascoltate
da una moltitudine di gente fino a che il 19 ottobre 1984, di ritorno da un servizio
pastorale, fu rapito dalla polizia segreta e ucciso: il suo corpo fu ritrovato il
30 ottobre nelle acque della Vistola vicino a Włocławek. È stata la giornalista polacca
Ewa Czaczkowska a ripercorrere questa mattina nella Cappella per l’Europa i tratti
più significati del beato Popieluszko. La sua vita - ha detto - “fu una luce di speranza
in tempo oscuro” per la Polonia e l’Europa. Il coraggio con cui ha sempre difeso le
sue idee e testimoniato la sua speranza dimostra oggi che “nessuna legge, nessun uomo
può distruggere la verità. E colui che ne dà testimonianza è sempre un uomo libero”.
Ma il coraggio di Popieluszko è stato anche quello di credere sempre che “è possibile
trarre il bene dal male”. Dopo la riflessione sul beato polacco, nella Cappella dell’Europa,
tra canti di Taizé e letture dei salmi si è pregato ciascuno nella propria lingua
per “chi ancora oggi vive e soffre nell’oppressione e non sia tentato dalle vie della
violenza o della vendetta ma scelga sempre la strada della pace” e per “chi si impegna
per la solidarietà e la giustizia”. Altre figure di martiri e di santi accompagneranno
questa Settimana della speranza a Bruxelles. Questa sera per esempio, nella Chiesa
domenicana, gli arcivescovi di Palermo e Catanzaro, il cardinale Paolo Romeo e mons.
Vincenzo Bertolone, parleranno di don Pino Puglisi, il sacerdote italiano, ucciso
dalla mafia a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale. (R.P.)