2013-06-23 15:37:52

Il senso della Messa in “Lettere tra cielo e terra”, un libro di don Ricardo Reyes


La Messa raccontata in “Lettere tra cielo e terra” è il libro scritto dal sacerdote Ricardo Reyes, edito da Cantagalli, che sta riscuotendo successo tra cattolici e non. E’ nato dalla domanda spontanea di un ateo durante una cena: perché è importante la Messa? Il libro è stato presentato nei giorni scorsi presso la Parrocchia Nostra Signora del SS. Sacramento e SS. Martiri Canadesi con un dibattito, moderato dalla nostra collega Debora Donnini, al quale ha preso parte il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto divino, e l’autore. Il servizio di Fausta Speranza: RealAudioMP3

Non un saggio di teologia, ma dodici lettere scritte in un linguaggio accessibile ma preciso, nelle quali, attraverso episodi personali e passi della Bibbia, si spiega la Messa. Il cardinale Cañizares Llovera:

"Questo libro mi ha colpito perché parla dell’Eucaristia, il centro di tutta la Chiesa, il centro della vita cristiana. Cristo è presente con il suo Corpo e il suo Sangue, perché viviamo liberi. Vivere da uomini, vivere dall’amore, perché l’uomo senza amore muore. Il futuro della Chiesa, il futuro del mondo è nell’Eucaristia: siamo in comunione con Lui, con Cristo. Questo è possibile per l’Eucaristia: è amare come ci ha amato il Signore. Questo è impossibile per l’uomo: amare come Cristo ha amato, è impossibile. Possiamo fare ogni sforzo, è impossibile! Ma ci dona il suo Corpo e il suo Sangue, vive in noi e per questo amiamo con il suo amore, come Lui ama gli uomini. Questo è possibile. Questo trasforma veramente non solo il cuore di un uomo particolare, ma questo trasforma il mondo".

Don Ricardo Reyes spiega perché ha pensato un libro sulla Messa:

R. – Cercare di trovare il linguaggio appropriato per arrivare all’uomo di oggi: questo penso che sia la cosa più importante. Perché alla fine, la fede che noi crediamo e che si realizza nell’Eucaristia, è la Verità. L’uomo, anche il più lontano, anche il più individualista, anche il più sofferente oggi, di fronte alla verità si interroga. Il punto è portare quell’uomo di fronte alla Verità, o dare le chiavi di lettura necessarie per poter entrare nella profondità di questa Verità che noi annunciamo, e che è il senso della vita.

D. – Papa Francesco l’ha ribadito: questa che attraversa la società oggi è una crisi dell’uomo prima ancora che economica. Come pensare a questo in relazione alla Messa?

R. – Innanzitutto, dicendo che è molto più facile almeno interrogarsi di fronte a questa crisi. Io penso che la crisi possa essere anche uno strumento: è certamente una crisi generale, come dice il Papa, a tutti i livelli: economico, morale, politico, religioso, in tutti gli aspetti del vivere umano. Ma è proprio questo trovarsi di fronte alla nullità del tutto che può essere lo strumento necessario perché l’uomo si interroghi e vada veramente alla ricerca. L’uomo, in fondo, ha sete. Anche i ragazzi che oggi si perdono in diverse forme di sballo: in fondo, il loro è un modo di cercare una risposta alla vita, alla verità, cercare un senso. Perciò, io vedo che il campo si sta preparando proprio per una migliore evangelizzazione, per arrivare in maniera più profonda alla persona.

D. – Cristo ha voluto l’Eucaristia perché fosse un modo di comunione intensa con Dio, ma anche di comunione con i fratelli…

R. – L’Eucaristia non è importante perché Cristo è lì, ma perché Cristo è Colui che permette all’uomo di aprirsi. L’Eucaristia è il Sacramento che dà all’uomo l’apertura verso Dio e verso l’altro. Perciò, tutto sgorga dall’Eucaristia e vivere e scoprire la vera profondità di quell’essere con Cristo è proprio ciò che ci permette di aprirci all’altro e di aprire me stesso – e questa è la cosa più difficile – a me stesso e a Dio, per poi incontrarmi con gli altri. E’ tutto un processo che parte, che si vive nell’Eucaristia, che si localizza lì.

D. – Perché è più difficile oggi andare a Messa? Perché si è più distratti? Perché ci si dimentica?

R. – Io penso che la difficoltà risieda nel fatto che non si conosce l’Eucaristia. Difatti, la mia intenzione, quando ho scritto questo piccolo libro, in fondo, era quella di fornire gli strumenti per poter comprendere il linguaggio di ciò che si celebra. Noi abbiamo perso di vista proprio l’"abc" della nostra fede, e anche come studiosi ci smarriamo molte volte nei grandi concetti perdendo di vista il modo di celebrare. Che cosa significa dire: “Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”? Perché si fa il segno della Croce in quel momento? Cosa significa che il sacerdote dice: “Pregate, fratelli, perché il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio Onnipotente?”. Che cosa vogliono dire questi concetti? Allora, capire questo linguaggio è ciò che mi può permettere di vivere in modo più profondo l’Eucaristia. Un’educazione liturgica: è questo che manca. Una rievangelizzazione che ci miri a rieducare le persone alla fede. Questo è il grande problema, è la grande mancanza di oggi: l’uomo, non comprendendo il perché dei gesti e delle formule della Messa, non li segue più. Allora, quello di cui ha bisogno è proprio di ricevere gli strumenti per comprendere; una volta che abbia compreso, quello stesso uomo è capace di andare molto oltre.







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