Il senso della Messa in “Lettere tra cielo e terra”, un libro di don Ricardo Reyes
La Messa raccontata in “Lettere tra cielo e terra” è il libro scritto dal sacerdote
Ricardo Reyes, edito da Cantagalli, che sta riscuotendo successo tra cattolici e non.
E’ nato dalla domanda spontanea di un ateo durante una cena: perché è importante la
Messa? Il libro è stato presentato nei giorni scorsi presso la Parrocchia Nostra Signora
del SS. Sacramento e SS. Martiri Canadesi con un dibattito, moderato dalla nostra
collega Debora Donnini, al quale ha preso parte il cardinale Antonio Cañizares Llovera,
prefetto della Congregazione per il Culto divino, e l’autore. Il servizio di Fausta
Speranza:
Non un saggio
di teologia, ma dodici lettere scritte in un linguaggio accessibile ma preciso, nelle
quali, attraverso episodi personali e passi della Bibbia, si spiega la Messa. Il cardinale
Cañizares Llovera:
"Questo libro mi ha colpito perché parla dell’Eucaristia,
il centro di tutta la Chiesa, il centro della vita cristiana. Cristo è presente con
il suo Corpo e il suo Sangue, perché viviamo liberi. Vivere da uomini, vivere dall’amore,
perché l’uomo senza amore muore. Il futuro della Chiesa, il futuro del mondo è nell’Eucaristia:
siamo in comunione con Lui, con Cristo. Questo è possibile per l’Eucaristia: è amare
come ci ha amato il Signore. Questo è impossibile per l’uomo: amare come Cristo ha
amato, è impossibile. Possiamo fare ogni sforzo, è impossibile! Ma ci dona il suo
Corpo e il suo Sangue, vive in noi e per questo amiamo con il suo amore, come Lui
ama gli uomini. Questo è possibile. Questo trasforma veramente non solo il cuore di
un uomo particolare, ma questo trasforma il mondo".
Don Ricardo Reyes
spiega perché ha pensato un libro sulla Messa:
R. – Cercare di trovare il linguaggio
appropriato per arrivare all’uomo di oggi: questo penso che sia la cosa più importante.
Perché alla fine, la fede che noi crediamo e che si realizza nell’Eucaristia, è la
Verità. L’uomo, anche il più lontano, anche il più individualista, anche il più sofferente
oggi, di fronte alla verità si interroga. Il punto è portare quell’uomo di fronte
alla Verità, o dare le chiavi di lettura necessarie per poter entrare nella profondità
di questa Verità che noi annunciamo, e che è il senso della vita.
D. – Papa
Francesco l’ha ribadito: questa che attraversa la società oggi è una crisi dell’uomo
prima ancora che economica. Come pensare a questo in relazione alla Messa?
R.
– Innanzitutto, dicendo che è molto più facile almeno interrogarsi di fronte a questa
crisi. Io penso che la crisi possa essere anche uno strumento: è certamente una crisi
generale, come dice il Papa, a tutti i livelli: economico, morale, politico, religioso,
in tutti gli aspetti del vivere umano. Ma è proprio questo trovarsi di fronte alla
nullità del tutto che può essere lo strumento necessario perché l’uomo si interroghi
e vada veramente alla ricerca. L’uomo, in fondo, ha sete. Anche i ragazzi che oggi
si perdono in diverse forme di sballo: in fondo, il loro è un modo di cercare una
risposta alla vita, alla verità, cercare un senso. Perciò, io vedo che il campo si
sta preparando proprio per una migliore evangelizzazione, per arrivare in maniera
più profonda alla persona.
D. – Cristo ha voluto l’Eucaristia perché fosse
un modo di comunione intensa con Dio, ma anche di comunione con i fratelli…
R.
– L’Eucaristia non è importante perché Cristo è lì, ma perché Cristo è Colui che permette
all’uomo di aprirsi. L’Eucaristia è il Sacramento che dà all’uomo l’apertura verso
Dio e verso l’altro. Perciò, tutto sgorga dall’Eucaristia e vivere e scoprire la vera
profondità di quell’essere con Cristo è proprio ciò che ci permette di aprirci all’altro
e di aprire me stesso – e questa è la cosa più difficile – a me stesso e a Dio, per
poi incontrarmi con gli altri. E’ tutto un processo che parte, che si vive nell’Eucaristia,
che si localizza lì.
D. – Perché è più difficile oggi andare a Messa? Perché
si è più distratti? Perché ci si dimentica?
R. – Io penso che la difficoltà
risieda nel fatto che non si conosce l’Eucaristia. Difatti, la mia intenzione, quando
ho scritto questo piccolo libro, in fondo, era quella di fornire gli strumenti per
poter comprendere il linguaggio di ciò che si celebra. Noi abbiamo perso di vista
proprio l’"abc" della nostra fede, e anche come studiosi ci smarriamo molte volte
nei grandi concetti perdendo di vista il modo di celebrare. Che cosa significa dire:
“Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”? Perché si fa il segno della
Croce in quel momento? Cosa significa che il sacerdote dice: “Pregate, fratelli, perché
il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio Onnipotente?”. Che cosa vogliono dire
questi concetti? Allora, capire questo linguaggio è ciò che mi può permettere di vivere
in modo più profondo l’Eucaristia. Un’educazione liturgica: è questo che manca. Una
rievangelizzazione che ci miri a rieducare le persone alla fede. Questo è il grande
problema, è la grande mancanza di oggi: l’uomo, non comprendendo il perché dei gesti
e delle formule della Messa, non li segue più. Allora, quello di cui ha bisogno è
proprio di ricevere gli strumenti per comprendere; una volta che abbia compreso, quello
stesso uomo è capace di andare molto oltre.