Il Papa saluta i ragazzi del "Treno dei bambini". Per loro una festa nel cuore
del Vaticano
Subito dopo la preghiera dell’Angelus Papa Francesco ha raggiunto ieri mattina la
Stazione ferroviaria vaticana per incontrare più di trecento bambini, provenienti
da case famiglia, istituti, associazioni, arrivati poco prima con uno speciale treno,
Frecciargento, partito da Milano. L’iniziativa, denominata ‘Il treno dei bambini,
un viaggio attraverso la bellezza’, fa parte degli eventi riservati ai più piccoli
nell’ambito del "Cortile dei Gentili", la struttura del Pontificio Consiglio della
Cultura che promuove il dialogo con i non credenti. Sul treno c’era per noi Fabio
Colagrande:
“Tutti i bambini
hanno bisogno di una grazia, ma questi forse più degli altri”. Questa battuta di un’educatrice
che abbraccia un neonato, aspettando l’arrivo del Papa, rende bene lo stato d’animo
che si respirava stamani alla Stazione Vaticana. Poi Francesco arriva, saluta il cardinale
Ravasi e l’amministratore delle ferrovie Moretti e viene subito contornato da decine
di piccoli passeggeri emozionati con cui instaura uno dei suoi abituali vivaci, dialoghi.
Sembra un parroco che scherza con i suoi piccoli fedeli:
"Papa Francesco:
Grazie! Che bello! Che bello! Vi auguro una bella giornata…. Sarà un po’ calda…
Bambini:
Sì!
Papa Francesco: Sì. Non avete paura del caldo, voi?
Bambini:
No! Per vedere te, no!"
Il Papa si intrattiene per una mezz'ora con i piccoli
ospiti della visita, s’informa sul viaggio, li ringrazia e si fa raccontare come trascorreranno
le prossime ore in Vaticano. Il pranzo e i giochi nell’atrio dell’Aula Paolo VI, la
visita ludico-didattica al colonnato di S. Pietro e poi la ripartenza per Milano.
I bambini, che arrivano da diverse città italiane, ma sono delle nazionalità più varie,
regalano al Pontefice i disegni e i lavoretti realizzati durante la prima fase del
progetto, che prevedeva visite alla cattedrale della loro città, per conoscere l’arte
e la storia attraverso il gioco. Una bimba di 13 anni, che ha viaggiato stringendo
tra le braccia il suo bambino, dona al Papa un mazzo di fiori di camomilla, con una
dedica speciale alla Vergine Maria.
Il "Frecciargento", partito da Milano centrale
alle 7.30 già carico di emozioni e aspettative, era giunto alla stazione Vaticana
alle 11.10, dopo aver fatto tappa a Bologna e Firenze per far salire altri passeggeri,
a loro volta accolti a Roma da altri bambini, per un totale di quasi 400, la maggior
parte tra i 6 e i 10 anni, accompagnati da educatori, assistenti sociali e familiari.
Aspettando
il Papa, come durante il viaggio, si è ballato e giocato con Pulcinella, grazie agli
artisti dell’Orchestra popolare italiana. Davvero una festa di piazza nel cuore dei
silenziosi Giardini Vaticani. Sull’andamento del viaggio sentiamo Patrizia Martinez,
la responsabile del "Cortile dei bambini", curatrice dell'iniziativa:
R. -
Siamo senza fiato e senza respiro, perché è stato magnifico! Si è sentita la musica,
i bambini che salivo e si incontravano fra di loro. Un treno ad alta velocità di gioia
e di entusiasmo.
D. – I piccoli passeggeri come si sono comportati?
R.
– Benissimo. Veramente meravigliosamente bene! hanno disegnato, hanno ascoltato la
musica, hanno cantato. Dei bimbi hanno anche suonato la fisarmonica… Sono stati veramente
dei perfetti piccoli passeggeri.
"Il Treno dei bambini", che per la prima
volta nella storia ha portato dei visitatori alla stazione vaticana per salutare il
Pontefice è stato dunque un viaggio assolutamente unico, come conferma l’amministratore
delegato delle Ferrovie dello staro italiane, Mauro Moretti:
R. – Questo
è unico. Con tutti questi ragazzi e bambini a bordo, non era mai successo. Abbiamo
avuto tanti personaggi, anche Papi e il presidente della Repubblica, ma questo credo
sia la cosa più bella e più significativa, perché sono dei bambini – peraltro, a volte,
con alcuni problemi – che possono avere una giornata di luce, di sole… Sono tutti
impegnati a conoscersi fra di loro, a fare iniziative. Tutti tesi a vedere il Papa
da vicino e anche questa è una bellissima cosa. E’ un treno – direi – quasi della
speranza o della carità, non vorrei adesso entrare in cose che non conosco in maniera
approfondita.