Taipei: nuovo passo avanti nei rapporti bilaterali con Pechino
Il governo cinese e quello taiwanese hanno siglato oggi a Shanghai un nuovo accordo
commerciale che riguarda il settore dei servizi e che a detta dei rappresentanti porterà
nuovi posti di lavoro sia nel continente sia a Taiwan. Nonostante le proteste dell'opposizione
- riferisce l'agenzia AsiaNews - continua l'opera di riavvicinamento fra le due nazioni.
La firma di oggi è un altro passo fondamentale nel quadro segnato dall'accordo del
29 giugno 2010, conosciuto come Ecfa (Economic Cooperation Framework Agreement), che
ha creato un'area di commercio preferenziale tra l'isola e il continente, che offre
a Taiwan numerosi benefici nel vasto mercato cinese e allo stesso tempo costituisce
un passo obbligato per Taipei nel fissare accordi commerciali internazionali, possibili
solo con il beneplacito di Pechino. L'accordo riguarda il settore dei servizi, che
a Taiwan costituiscono il 70 % dell'intero Prodotto interno lordo e che per la prima
volta nella Cina continentale (secondo i dati economici del primo trimestre di quest'anno)
hanno superato il settore manifatturiero. "Ma c'è ancora un ampio margine di crescita
in questo settore - ha affermato ieri Lin Join-sane presidente del taiwanese Sef (Straits
Exchange Foundation - perchè la percentuale del settore servizi soprattutto nel continente
rimane bassa, se paragonata con Paesi più avanzati. Per questo ci servono modernizzazione
e creazione di nuovi posti di lavoro in tale area". Chen Deming direttore dell'Aratas
(Relations Across the Taiwan Straits, controparte continentale del Sef) ha affermato
che questo nuovo accordo "è un altro passo fondamentale nel rendere ancora più effettivo
l'accordo Ecfa". La Sef e l'Arats sono due istituzioni "quasi-ufficiali" per la gestione
dei rapporti sullo Stretto, autorizzate dai rispettivi governi in assenza di legami
ufficiali. Altri punti importanti che vengono regolamentati sono la cooperazione a
livello fiscale, per evitare doppie tassazioni nel continente e sull'isola, studi
metereologici e monitoraggio dell'attività sismica per la prevenzione di disastri
naturali. Le relazioni fra le due sponde dello Stretto sono migliorate da quando Ma
Ying-jeou è diventato presidente di Taiwan (2008) e ha aperto una politica di dialogo
con Pechino. Da allora l'integrazione tra il continente e l'isola continua a passo
sicuro: sono già stati firmati 19 accordi di cooperazione, tutti a livello non politico.
Fortissime le critiche mosse dall'opposizione all'evento di oggi. Esse accusano il
presidente Ma Ying-jeou e il suo governo di "non rivelare punti importanti delle trattative"
e di "voler firmare accordi senza l'espressa volontà dei cittadini". Un secondo tema
importante annunciato in questi giorni, e sempre legato ai rapporti tra le due sponde
dello stretto, è quello dell'apertura di uffici di rappresentanza sia a Taipei sia
nel continente. Lo scorso 6 febbraio, durante una conferenza stampa, il ministro taiwanese
per gli Affari continentali Wang Yu-chi aveva detto che voleva sottoporre al Parlamento
un disegno di legge per avere uffici di rappresentanza reciproci sulle due sponde
dello stretto. Ieri mattina Ma Ying-jeou ha detto che tali uffici servono per gestire
gli otto milioni di persone che attraversano lo Stretto ogni anno e costituiscono
uno scambio economico annuale di 160 miliardi di dollari americani: "È inimmaginabile
che due entità politiche con un così grande livello di scambi commerciali non abbiano
uffici di rappresentanza". (R.P.)