Centrafrica: la Chiesa invoca pace, dialogo e soccorre i poveri
I drammatici giorni dell’entrata a Bangui (capitale della Repubblica Centrafricana)
dei ribelli della coalizione Seleka, il 24 marzo scorso, Domenica delle Palme, sono
descritti da un articolo inviato all’agenzia Fides da Caritas Africa Info. La Chiesa
è stato subito presa di mira dai ribelli. Addirittura sono stati rubati tutti i veicoli
parcheggiati nei pressi della cattedrale e i fedeli che partecipavano alla Messa sono
stati costretti a tornare a casa a piedi. Le violenze di Seleka hanno obbligato diverse
Ong a chiudere i loro uffici di Bangui, ciononostante la Caritas locale insieme alle
parrocchie della locale diocesi hanno accolto nelle loro strutture oltre 5.700 persone.
Mons. Dieudonnée Nzapalainga, arcivescovo di Bangui, non si è però perso d’animo e
si è subito prodigato negli sforzi per promuovere la pace e la riconciliazione, ancora
prima della caduta della città nelle mani dei ribelli, promuovendo incontri con i
leader delle altre confessioni religiose. Appena la situazione l’ha consentito, “è
stata organizzata una celebrazione eucaristica presieduta dal nunzio apostolico in
Centrafrica, alla quale hanno preso parte i ministri del nuovo governo e numerosi
fedeli provenienti da tutte le parrocchie malgrado le sacche di insicurezza che continuano
a persistere nella capitale”. Lo stress e la paura non hanno impedito ai membri di
Caritas centrafricana e Caritas Bangui di continuare a lavorare: in 20 parrocchie
della capitale una colletta ha raccolto 4.700 euro in generi di prima necessità a
favore delle 5.833 persone accolte nelle strutture della Chiesa. Su iniziativa di
mons. Nzapalainga sono stati creati nei quartieri più colpiti dalle violenze 6 centri
per aiutare i bambini a superare i traumi e socializzare tra di loro. Una delegazione
della Caritas ha poi accompagnato mons. Nzapalainga a Zongo (nella Repubblica Democratica
del Congo) a portare conforto ai fedeli dell’arcidiocesi lì rifugiati. Caritas Spagna,
Caritas Italiana, Caritas Korea, Caritas Japon, Catholic Relief Services, Caritas
International Belgique e Cordaid hanno risposto all’appello d’urgenza lanciato dalla
Caritas Centrafricana il 15 maggio. (R.P.)