Santa Sede-Israele: il nunzio mons. Lazzarotto è ottimista per la fine del negoziato
“Devono essere definiti certi aspetti concreti che riguardano alcuni luoghi e istituzioni
della Chiesa cattolica in Terra Santa e la questione di principio sull’applicazione
degli Accordi, la cosiddetta 'validità territoriale’ ”. Sono questi, per il rappresentante
pontificio presso Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese, mons. Giuseppe Lazzarotto,
i due punti “da chiarire” per arrivare alla conclusione dei negoziati tra Israele
e Santa Sede in base all’articolo 10§2 del “Fundamental Agreement”. In un’intervista
rilasciata a Terrasanta.net e ripresa dall'agenzia Sir, il nunzio si dice “ottimista”
e spiega che “occorre definire in modo conclusivo questi aspetti per impedire che
l’applicazione degli Accordi divenga problematica, o crei nuovi problemi invece di
risolverli. Ma non siamo lontani dalla conclusione, non penso manchi molto: le linee
generali sono già state definite. Adesso si tratta di trovare le formulazioni più
adatte per affermare i princìpi in maniera chiara: questo richiede tempo”. Parlando
delle esenzioni fiscali delle quali le istituzioni cattoliche hanno goduto in passato,
il nunzio afferma che “negli Accordi le istituzioni verranno distinte nettamente in
base alla loro attività: ad esempio verrà distinto nettamente tutto ciò che riguarda
attività commerciali sulle quali sarà inevitabile pagare delle tasse, da quello che
riguarda invece la presenza e il carattere di altre istituzioni cattoliche per l’attività
che l’istituzione svolge”. Conventi o monasteri che non svolgono attività di lucro,
pertanto, “non verranno trattati allo stesso modo di una casa di accoglienza, e così
andranno trovate formule per istituzioni con finalità educative o assistenziali”.
I negoziati riguardano anche una trentina di proprietà contese, tra queste anche il
Cenacolo: anche per questo luogo il nunzio parla di “prospettive positive”. “Tutte
le parti interessate - riferisce - sono state coinvolte: Santa Sede, Custodia di Terra
Santa, autorità israeliane e islamiche, poiché com’è noto il Cenacolo è Waqf, ovvero
proprietà familiare religiosa. Non sarà 'restituzione’ la formula che verrà impiegata,
ma con realismo si sta piuttosto cercando di arrivare a un 'uso sistematico e continuativo
come Luogo santo e quindi di culto’ della sala del Cenacolo”. (R.P.)