Roghi tossici: il ministro Orlando a Caserta. La denuncia di don Patriciello
Sulla vicenda rifiuti in Campania “abbiamo ricevuto” dall’Ue "una condanna al pagamento
di 25 milioni di euro, e la risposta deve essere data in tempi rapidi". Così, il ministro
dell'Ambiente Orlando che a Caserta, ha firmato un accordo contro il fenomeno dei
roghi tossici e auspicato un registro per monitorare l’incidenza tumori; a seguire
la visita a Caivano presso la parrocchia di don Maurizio Patriciello. Il sacerdote
è da sempre impegnato nel denunciare questa piaga mortale che vede la complicità di
camorra e industria. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. – La nostra
speranza è che si possa mettere la parola “fine” a questo dramma, che ha decimato
un popolo e ancora lo sta decimando. La nostra speranza è che questi rifiuti industriali,
interrati o dati alle fiamme, nelle nostre campagne, questa autentica scia di morte,
possa finire. I roghi tossici sono solamente una modalità di questi “sversamenti”,
perché alcune cose vengono bruciate e altre vengono interrate.
D. – Ci sono
pesanti ripercussioni anche per quanto riguarda la catena alimentare?
R. –
Certamente. E’ un dramma ambientale che si ripercuote sulla salute delle persone.
So che in questi ultimi mesi, solamente a Caivano,sono stati sequestrati almeno
tre o quattro campi di contadini, perché negli ortaggi sono state trovate tremende
quantità di metalli pesanti.
D. – Oltre al consistente avvelenamento che sta
progredendo verso la falda acquifera...
R. – Nella falda acquifera, certamente!
C’è stata la relazione di un geologo di fama internazionale, che ha detto che il peggio
non è ancor arrivato, e la situazione è stata paragonata alla peste del '600. Io ho
detto: “No, per favore non dite questo”, perché nel '600 i nostri antenati non avevano
colpa di quello che succedeva. Noi qua sappiamo tutto e c’è la colpa di persone che
hanno voluto, proprio con ottusità, per amore del dio denaro, rovinare un popolo intero.
D.
– E’ possibile quantificare il numero delle vittime ad oggi?
R. – La Campania
non ha un registro tumori. E’ stato bocciato – l’ultima volta – proprio pochi mesi
fa, perché non ci sono soldi. Quando si tocca la vita di questa povera gente, i soldi
non ci sono mai! Ebbene, noi ci siamo fatti il registro tumori da soli. E’ bastato
un nostro medico, in una sola Asl, che si è messo a spulciare i dati di tutte le richieste
che sono state fatte negli anni, per l’esenzione ticket, per patologie tumorali. Si
è reso conto, quindi, che nel giro di quattro, cinque anni, queste richieste sono
più che triplicate. Basta andare al cimitero di Caivano, di Fratta Maggiore, di Orta
di Atella,e vedere le tombe delle persone che sono morte per tumore: bambini,
giovani, ragazzi dodicenni, tredicenni. E’ normale tutto questo?
D. – Il fenomeno
risale agli anni ’80, quando la Camorra ha intuito quale fonte di ricchezza si celasse
dietro i rifiuti...
R. - Per la verità, la Camorra non l’ha intuito e il pentito
Gaetano Vassallo l’ha detto con molta chiarezza. Ha detto, infatti: “Noi non pensavamo
minimamente che dalla ‘monnezza’ si potesse ricavare l’oro. Sono stati loro, gli industriali,
a metterci sulla strada”. Tra i camorristi abbiamo dei pentiti e se certi siti sono
stati scoperti è proprio perché ce li hanno indicati loro. Ma questi industriali,
che sono degli autentici criminali, sapevano molto bene che i rifiuti non venivano
smaltiti legalmente, ma venivano semplicemente interrati. E la campagna ci avverte
con il gioco dei colori. La polizia forestale ha sequestrato un campo, dopo che noi
siamo andati a fotografare alcuni cavoli di colore giallo paglierino. Adesso, nell’ultimo
campo, è stato trovato il toluene, che sarebbe una sorta di benzene. Ma da dove arrivano
questi veleni, se non dalle industrie? Poi abbiamo un altro problema qui, che è quello
delle tante industrie campane di pellame, di scarpe, di borse e tessuti, dove ogni
giorno si lavora in nero, in regime di evasione fiscale, e logicamente chi lavora
in nero, deve smaltire in nero, e tutti i rifiuti sono nelle campagne e vengono bruciati.
C’è poi la complicità dei fratelli rom, di tanta disoccupazione, di tanta gente che
muore di fame e che farebbe tutto questo anche per dieci euro.
D. – Anche questa
mattina lei su Facebook ha registrato come “il fetore micidiale nostro nemico ha ricominciato
a colpire nell’indifferenza dei vari amministratori”. Crede che la visita odierna
del ministro Orlando possa riportare l’attenzione sul fenomeno? E se sì, è ancora
possibile una bonifica?
R. – Bonifica no. Perché? Perché mentre noi stiamo
parlando i camion stanno “sversando”. Il problema grande, immenso, è che questi reati
ambientali vengono trattati come se fossero caramelle che sono andate a male. Il reato
ambientale è un reato criminale, da assimilare al reato di mafia, altrimenti da questa
storia non ne usciamo mai.