2013-06-20 13:41:38

Roghi tossici: il ministro Orlando a Caserta. La denuncia di don Patriciello


Sulla vicenda rifiuti in Campania “abbiamo ricevuto” dall’Ue "una condanna al pagamento di 25 milioni di euro, e la risposta deve essere data in tempi rapidi". Così, il ministro dell'Ambiente Orlando che a Caserta, ha firmato un accordo contro il fenomeno dei roghi tossici e auspicato un registro per monitorare l’incidenza tumori; a seguire la visita a Caivano presso la parrocchia di don Maurizio Patriciello. Il sacerdote è da sempre impegnato nel denunciare questa piaga mortale che vede la complicità di camorra e industria. Paolo Ondarza lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – La nostra speranza è che si possa mettere la parola “fine” a questo dramma, che ha decimato un popolo e ancora lo sta decimando. La nostra speranza è che questi rifiuti industriali, interrati o dati alle fiamme, nelle nostre campagne, questa autentica scia di morte, possa finire. I roghi tossici sono solamente una modalità di questi “sversamenti”, perché alcune cose vengono bruciate e altre vengono interrate.

D. – Ci sono pesanti ripercussioni anche per quanto riguarda la catena alimentare?

R. – Certamente. E’ un dramma ambientale che si ripercuote sulla salute delle persone. So che in questi ultimi mesi, solamente a Caivano, sono stati sequestrati almeno tre o quattro campi di contadini, perché negli ortaggi sono state trovate tremende quantità di metalli pesanti.

D. – Oltre al consistente avvelenamento che sta progredendo verso la falda acquifera...

R. – Nella falda acquifera, certamente! C’è stata la relazione di un geologo di fama internazionale, che ha detto che il peggio non è ancor arrivato, e la situazione è stata paragonata alla peste del '600. Io ho detto: “No, per favore non dite questo”, perché nel '600 i nostri antenati non avevano colpa di quello che succedeva. Noi qua sappiamo tutto e c’è la colpa di persone che hanno voluto, proprio con ottusità, per amore del dio denaro, rovinare un popolo intero.

D. – E’ possibile quantificare il numero delle vittime ad oggi?

R. – La Campania non ha un registro tumori. E’ stato bocciato – l’ultima volta – proprio pochi mesi fa, perché non ci sono soldi. Quando si tocca la vita di questa povera gente, i soldi non ci sono mai! Ebbene, noi ci siamo fatti il registro tumori da soli. E’ bastato un nostro medico, in una sola Asl, che si è messo a spulciare i dati di tutte le richieste che sono state fatte negli anni, per l’esenzione ticket, per patologie tumorali. Si è reso conto, quindi, che nel giro di quattro, cinque anni, queste richieste sono più che triplicate. Basta andare al cimitero di Caivano, di Fratta Maggiore, di Orta di Atella, e vedere le tombe delle persone che sono morte per tumore: bambini, giovani, ragazzi dodicenni, tredicenni. E’ normale tutto questo?

D. – Il fenomeno risale agli anni ’80, quando la Camorra ha intuito quale fonte di ricchezza si celasse dietro i rifiuti...

R. - Per la verità, la Camorra non l’ha intuito e il pentito Gaetano Vassallo l’ha detto con molta chiarezza. Ha detto, infatti: “Noi non pensavamo minimamente che dalla ‘monnezza’ si potesse ricavare l’oro. Sono stati loro, gli industriali, a metterci sulla strada”. Tra i camorristi abbiamo dei pentiti e se certi siti sono stati scoperti è proprio perché ce li hanno indicati loro. Ma questi industriali, che sono degli autentici criminali, sapevano molto bene che i rifiuti non venivano smaltiti legalmente, ma venivano semplicemente interrati. E la campagna ci avverte con il gioco dei colori. La polizia forestale ha sequestrato un campo, dopo che noi siamo andati a fotografare alcuni cavoli di colore giallo paglierino. Adesso, nell’ultimo campo, è stato trovato il toluene, che sarebbe una sorta di benzene. Ma da dove arrivano questi veleni, se non dalle industrie? Poi abbiamo un altro problema qui, che è quello delle tante industrie campane di pellame, di scarpe, di borse e tessuti, dove ogni giorno si lavora in nero, in regime di evasione fiscale, e logicamente chi lavora in nero, deve smaltire in nero, e tutti i rifiuti sono nelle campagne e vengono bruciati. C’è poi la complicità dei fratelli rom, di tanta disoccupazione, di tanta gente che muore di fame e che farebbe tutto questo anche per dieci euro.

D. – Anche questa mattina lei su Facebook ha registrato come “il fetore micidiale nostro nemico ha ricominciato a colpire nell’indifferenza dei vari amministratori”. Crede che la visita odierna del ministro Orlando possa riportare l’attenzione sul fenomeno? E se sì, è ancora possibile una bonifica?

R. – Bonifica no. Perché? Perché mentre noi stiamo parlando i camion stanno “sversando”. Il problema grande, immenso, è che questi reati ambientali vengono trattati come se fossero caramelle che sono andate a male. Il reato ambientale è un reato criminale, da assimilare al reato di mafia, altrimenti da questa storia non ne usciamo mai.

Ultimo aggiornamento: 21 giugno







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