Niger. Un missionario: "I rifugiati sono gli invisibili del nostro tempo"
“I rifugiati sono gli invisibili del nostro tempo ed hanno una storia troppo pesante
e troppo complicata da raccontare: le parole non riescono a farlo". Questo è quanto
ha affermato da Niamey, capitale del Niger, all’agenzia Fides, padre Mauro Armanino.
Il missionario condividendo con l’agenzia Fides alcune riflessioni sulla Giornata
mondiale del rifugiato ha aggiunto che si parla di rifugiati spesso per un momento,
quando diventano visibili nelle crisi, nei campi che si installano non troppo lontano
dalle frontiere. Diventano spesso invisibili quando sono in città. “Invisibili come
i poveri di sempre” ha affermato il missionario. Padre Armanino ha più volte sottolineato
nel suo discorso in occasione della giornata mondiale del rifugiato, l’esperienza
di sradicamento e di emarginazione nella solitudine di abbandono e a volte di rifiuto
fatta anche di solidarietà nelle piccole cose che vive ogni rifugiato. Si è concentrato
poi soprattutto sulla riscoperta della fede in Dio che è percepito come il solo conforto
nella vita per ognuno di loro, ritenendo che “la definizione di rifugiato è chiara
ma va aggiornata alla luce di quello che avviene nel nostro mondo globalizzato”. È
difficile, ha spiegato il missionario, stabilire la differenza tra rifugiato che non
ha altra scelta che scappare dal suo Paese per salvare la propria vita e i migranti
per cause climatiche o economiche. Al di là di queste differenze quello che conta,
è “far sì che quello che è nascosto diventi visibile e riconosciuto. Condividere questa
esperienza è un segno importante di civiltà e di apertura. In conclusione padre Armanino
ha affermato: “Ci possiamo umanizzare solamente restando insieme”.(F.B.)