Mons. Chullikatt all'Onu: la disoccupazione, ingiustizia sociale che mina la libertà
“Una vergogna collettiva per governi, leader mondiali, comunità internazionale”: così
l’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, mons. Francis Chullikatt, definisce
l’esclusione dalla scolarizzazione che colpisce almeno 250 milioni di bambini al mondo.
Il presule ha parlato, a New York alla quarta sessione del gruppo di lavoro dell’Assemblea
generale delle Nazioni Unite dedicato agli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Forte
la denuncia in tema di disoccupazione, “grave sofferenza del nostro tempo” e dello
sfruttamento del lavoro fino a “vere forme di schiavitù”. Il servizio di Fausta
Speranza:
400 milioni
di lavoratori che vivono in estrema povertà, 10 milioni di bambini vittime del “flagello”
del lavoro minorile, “vera forma di schiavitù”. E i “milioni di persone impiegate
nella produzione manifatturiera o in lavori domestici spesso per aumentare il benessere,
il comfort e la felicità di influenti uomini e donne dei Paesi industrializzati”.
Ma anche i 250 milioni di bambini che non sono in grado di leggere e scrivere e che
– si chiede drammaticamente mons. Chullikat – non si sa davvero come potranno tenere
il passo in un mondo in cui l’innovazione tecnologica e l’esigenza di sempre più avanzati
saperi aumentano. La denuncia dell’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu
è circostanziata. L’appello è chiaro ed essenziale. Mons. Chullikat chiede “politiche
dirette ad assicurare un lavoro dignitoso per tutti”. Chiede “cooperazione internazionale”.
Parla di “enorme ingiustizia”, di “vergogna collettiva per governi, leader mondiali,
comunità internazionale”. Parla di “palese violazione delle Convenzioni sui diritti
dell’infanzia” che chiama in causa “responsabili di governo e società private”. Spiega
che la disoccupazione è un’ingiustizia sociale che mina la libertà e soffoca la creatività
dell’uomo”. “Il lavoro è un diritto fondamentale dell’essere umano”, ribadisce mons.
Chullikat, aggiungendo che “il lavoro è la condizione che rende possibile il formarsi
di una famiglia e rappresenta il mezzo per mantenerla e sostenerla”. “La disoccupazione,
lo sfruttamento, la mancanza di un lavoro dignitoso che colpisce ora persone di tutte
le età e persone in tutti i Paesi lascia trasparire quanto sia cruciale il ruolo del
lavoro”, sottolinea.
In tema di “sviluppo sostenibile – spiega mons. Chullikat
– qualunque discorso deve cominciare da un punto: la scolarizzazione”. “Senza istruzione
i bambini non potranno diventare adulti inseriti dignitosamente nella società e senza
istruzione non si può pensare che un adulto riesca ad adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente
lavorativo”. E mons. Chullikat chiama tutti a una riflessione: “nell’istruzione e
educazione dei giovani gioca un ruolo chiave la famiglia”. Mons. Chullikat ricorda
che l’ultimo Vertice internazionale di Rio + 20 ha messo in luce l’importanza della
solidarietà generazionale per aiutare i giovani a diventare “cittadini sani, produttivi,
responsabili”. Si parla di valori, ricorda mons. Chullikat, e sono valori che passano
innanzitutto attraverso la cellula base della società: la famiglia. Per questo – ribadisce
l'Osservatore permanente della Santa Sede all'Onu – “è di massima importanza che chi
fa politica rispetti e promuova questo fondamentale ruolo della famiglia”.