"Le culture dinanzi a Dio": è il tema del Simposio promosso dalla Pastorale universitaria
di Roma
Sono circa 800 i partecipanti provenienti da tutto il mondo, al decimo Simposio Internazionale
dei docenti universitari, che si è aperto ieri a Roma, sul tema “Le culture dinanzi
a Dio. Sfide, ricerche, prospettive, dal Mediterraneo al mondo”. L’incontro, che
si concluderà domani, è organizzato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria
di Roma. Marina Tomarro ha intervistato Cesare Mirabelli, presidente
del comitato scientifico del meeting:
R. - Il tema
del simposio ha come fondamento la verifica di quella che è l’esperienza religiosa
e del suo rapporto con le culture nell’ambito universitario: ricerca, formazione...
É visto nella prospettiva del Mediterraneo, nell’incrocio di civiltà che vi è sempre
stato in quest’area, e quindi come le diverse culture si rapportano alla questione
del rapporto con la fede, in un clima che è proprio dell’università, quello della
libertà del dialogo.
D. - A questo simposio parteciperanno oltre 800 docenti
provenienti da tutto il mondo. Questo genere di incontri può favorire anche un lavoro
di rete tra le varie università?
R. - Certamente. Innanzitutto, bisogna sottolineare
come il simposio si svolgerà e sarà articolato nelle diverse sedi universitarie romane:
è una collaborazione che da tempo coinvolge le università statali, le università libere
e le università ecclesiastiche. Roma è davvero un centro che ha una grandissima vitalità,
e potremmo dire “una massa critica” nell’ambito della ricerca e della cultura. Apertura
è andare oltre gli stessi rapporti accademici delle singole scuole e delle singole
discipline, per avere una visione di insieme, coinvolgendo – appunto - le università
dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. La nostra cultura ha origine in questo
mare, in quest’area. Ci sono oramai degli orientamenti diversi che non devono entrare
in conflitto, ma che devono convergere nella libertà.
D. - Il simposio è giunto
alla decima edizione. Da ieri ad oggi come si è sviluppato e in che modo è cambiato
ed è naturalmente cresciuto?
R. - Ci sono state modalità diverse di svolgimento:
a volte in un ambito esclusivamente centrale toccando più temi con il valore di un
rapporto tra le diverse discipline, un invito a ciascun docente - appunto - ad uscire
dalla propria area coltivata delle proprie ricerche per mettersi in contatto con gli
altri. Questo ha stabilito un rapporto di grande collaborazione tra i docenti, tra
le università romane che ora si estende anche ad altri Paesi. Andando al di là di
quelle che sono le ricerche personali, questo vuole essere un elemento aggiuntivo
rispetto alle attività ordinarie che ciascuno svolge.
D. - Questo simposio,
può aiutare in qualche modo a dare anche qualche linea guida per il Paese in un momento
così difficile?
R. - Direi di sì. Del resto il ruolo dell’università è quello
di scandagliare nuovi percorsi, di avere un’originalità nella lettura di quello che
si affaccia nella società. Offrire un servizio per l’intera comunità, è un servizio
che certamente può essere utile al di là dello stesso ambito universitario.