Fondazione “Migrantes”: no a misure di sola repressione, rivedere politica migratoria
europea
La Fondazione “Migrantes” si augura che la Giornata mondiale del rifugiato possa diventare
occasione per allargare la conoscenza del mondo dei rifugiati e richiedenti asilo
nelle nostre comunità. E’ quanto si legge in un comunicato, a firma di mons. Giancarlo
Perego, direttore generale di “Migrantes”. Quest’anno, continua la nota, la Giornata
mondiale del rifugiato “coincide con giorni drammatici che hanno coinvolto molte persone
in fuga: mille persone arrivate sulle coste siciliane in pochi giorni, la morte di
migranti aggrappati a una rete per la pesca del tonno, che allungano la schiera dei
20 mila morti nel Mediterraneo, il ritorno dell’emergenza a Lampedusa”. La situazione
dei rifugiati in Italia, avverte mons. Perego, “diventa drammatica nei Paesi segnati
dalla guerra o per i Paesi confinanti: penso in particolare alla Siria e al Libano,
alla Giordania o ai campi del Nord-Centro Africa o della Somalia ed Eritrea”. E sottolinea
che “ogni anno cresce il numero di rifugiati e richiedenti asilo e cresce anche la
consapevolezza di nuovi e allargati strumenti di protezione internazionale che sappiano
rispondere a una situazione sempre più complessa”. Per la Fondazione “Migrantes”,
“misure di sola repressione e reclusione o solo emergenziali, soprattutto nel contesto
europeo dove oltre 330 mila persone nel 2012 sono rifugiate, non bastano”. Ancora,
“misure solo attente alle persone e non alle famiglie risultano insufficienti e inefficaci”
come anche quelle “misure che creano un continuo spostamento delle persone da un Paese
all’altro facendo aumentare il disagio sociale”. Il Sistema Europeo Comune di Asilo,
approvato dal Parlamento europeo e che entrerà in vigore nel 2015, prosegue mons.
Perego, sarà “una cartina di tornasole per misurare il volto sociale dell’Europa,
la capacità del nostro Continente di trovare risposte nuove per la tutela dei diritti
dei rifugiati, ma anche per costruire una nuova, più efficace rete sociale”. “Protezione
e cooperazione – conclude il direttore di “Migrantes” – sono le parole che dovrebbero
sostituire espulsione e reclusione nella politica migratoria europea verso i rifugiati
e richiedenti asilo”. (A.G.)