2013-06-18 18:43:56

Rapporto Acli: la crisi colpisce soprattutto il ceto medio


Tra il 2008 e il 2011 il reddito del ceto medio e' sceso dell'1,08%, con i lavoratori dipendenti tra i più penalizzati. Lo attesta il primo 'Rapporto sui redditi di lavoratori e famiglie' presentato a Roma dalle Acli. Se e' vero, infatti, che in 4 anni i redditi medi dichiarati sono cresciuti nominalmente di poco meno di 900 euro (4,02%), applicando i coefficienti di rivalutazione i redditi risultano in calo a livello complessivo (-1,08%) e in particolare guardando a quelli da lavoro dipendente (-3,12%); allo stesso modo la crescita dei redditi da pensione ne esce molto ridimensionata (+3,67%), confermando il trend in discesa cominciato nel 2009. L'indagine conferma anche l'asimmetria di genere: i redditi maschili sono sempre sensibilmente maggiori di quelli femminili, per categoria, area territoriale, classe d'eta'. Nel 2011, il reddito medio individuale vale 18.942 euro per le donne e 27.141 euro per gli uomini. Nel confronto con quella maschile, la distribuzione dei redditi femminili appare maggiormente schiacciata verso i redditi bassi e maggiormente diseguale. Secondo l’organizzazione poi, il sistema delle detrazioni tende a favorire i più ricchi. Per il presidente delle Acli, Gianni Bottalico, ''L'interminabile dibattito cui assistiamo, sull'Imu e sull'aumento dell'Iva al 22%, secondo noi, non agevola la ripresa. Proponiamo quindi - ha aggiunto - di perseguire l'obiettivo irrinunciabile di dare un po' piu' di liquidita' alle famiglie, e soprattutto alle giovani generazioni, anche attraverso l'aumento delle detrazioni su beni di largo consumo".
Ultimo aggiornamento: 20 giugno







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