Rapporto Acli: la crisi colpisce soprattutto il ceto medio
Tra il 2008 e il 2011 il reddito del ceto medio e' sceso dell'1,08%, con i lavoratori
dipendenti tra i più penalizzati. Lo attesta il primo 'Rapporto sui redditi di lavoratori
e famiglie' presentato a Roma dalle Acli. Se e' vero, infatti, che in 4 anni i redditi
medi dichiarati sono cresciuti nominalmente di poco meno di 900 euro (4,02%), applicando
i coefficienti di rivalutazione i redditi risultano in calo a livello complessivo
(-1,08%) e in particolare guardando a quelli da lavoro dipendente (-3,12%); allo stesso
modo la crescita dei redditi da pensione ne esce molto ridimensionata (+3,67%), confermando
il trend in discesa cominciato nel 2009. L'indagine conferma anche l'asimmetria di
genere: i redditi maschili sono sempre sensibilmente maggiori di quelli femminili,
per categoria, area territoriale, classe d'eta'. Nel 2011, il reddito medio individuale
vale 18.942 euro per le donne e 27.141 euro per gli uomini. Nel confronto con quella
maschile, la distribuzione dei redditi femminili appare maggiormente schiacciata
verso i redditi bassi e maggiormente diseguale. Secondo l’organizzazione poi, il sistema
delle detrazioni tende a favorire i più ricchi. Per il presidente delle Acli, Gianni
Bottalico, ''L'interminabile dibattito cui assistiamo, sull'Imu e sull'aumento dell'Iva
al 22%, secondo noi, non agevola la ripresa. Proponiamo quindi - ha aggiunto - di
perseguire l'obiettivo irrinunciabile di dare un po' piu' di liquidita' alle famiglie,
e soprattutto alle giovani generazioni, anche attraverso l'aumento delle detrazioni
su beni di largo consumo". Ultimo aggiornamento: 20 giugno