2013-06-17 17:05:54

Mare Nostrum: da "culla di civiltà" a "cimitero"


RealAudioMP3 "Bisogna rivedere le politiche sociali a livello europeo. E' la Comunità europea che deve dare risposte concrete, in termini di umanità, perché non è un problema che può essere caricato solo sull'isola di Lampedusa o sull'Italia". Don Stefano Nastasi. parroco di S. Gerlando a Lampedusa, commenta così la nuoova strage avvenuta nel Canale di Sicilia, con la morte di sette migranti in mare, durante una nuova ondata migratoria dal Nord-Africa che, in pochi giorni, ha portato circa 1.000 persone sulle coste italiane. "Se a noi viene chiesto di essere sempre operativi nell'intervento di recupero e accoglienza, è opportuno che l'Europa riveda regole e trattati internazionali che non danno più risposte ai bisogni e alle esigenze attuali". "Continuiamo a parlare di centralità della persona, ma in realtà delle persone non ce ne importa nulla" aggiunge p. Giovanni La Manna sj, presidente dell'Associazione Centro Astalli, sede italiana del Jesuit Refugee Service. "Sono anni che assistiamo a queste morti e tutti dovremmo avvertirne il peso sulla coscienza. Ma ci sono reazioni emotive e poi si passa ad altro e si dimentica. Il "Mare Nostrum" era una culla di civiltà, oggi è diventato un cimitero. A largo di Lampedusa i pescatori hanno ribattezzato così un tratto di mare, perché se calano le reti tirano su brandelli di corpi umani rimasti sul fondo". "Chi ha la responsabilità di governare questo fenomeno perché rimane indifferente e non si adopera per salvare vite umane con canali umanitari sicuri?" aggiunge p. La Manna. "Gli accordi con la Libia ci permettono di sapere dove sono queste persone. Perché esporle al pericolo della morte o lasciarle vittime di trafficanti che fanno loro spendere 1.400 dollari per un viaggio verso l'Italia? A chi conviene questo traffico? E' triste e vergognoso e non possiamo continuare a rimanere fermi di fronte a queste morti. Altrimenti debbo pensare che il nostro dispiacere sia solo di facciata". (A cura di Fabio Colagrande)







All the contents on this site are copyrighted ©.