''Per lottare contro disoccupazione giovanile occorrono anche risorse europee'', usando
i ''fondi strutturali a tale scopo''. Lo ha detto il presidente della Commissione
Ue Josè Manuel Barroso al termine dell'incontro con Enrico Letta a Palazzo Chigi.
Intanto è in corso il Consiglio dei Ministri per mettere a punto alcune semplificazioni
che dovranno favorire la crescita, insomma il cosidetto decreto del fare. Alessandro
Guarasci:
Per Barroso il prossimo vertice europeo di fine giugno dovrà
dare risposte sul fronte della disoccupazione giovanile. Il premier Letta si è impegnato
a non sforare il rapporto del 3% tra deficit e Pil. Oggi il Consiglio dei Ministri
ha preso in esame alcune semplificazioni per aiutare le imprese a risparmiare negli
adempimenti burocratici e per rilanciare la crescita. Per quel che riguarda le misure
sul lavoro, bisognerà aspettare ancora. Sulle misure per il lavoro, però bisognerà
aspettare ancora. Il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, è convinto che sia necessario
“definire meglio le coperture” e “portare avanti il dialogo con le parti sociali”
per arrivare a “misure condivise ed efficaci”. Dal Congresso della Cisl, Raffaele
Bonanni, riconfermato segretario, ha annunciato che ci sarà un incontro la prossima
settimana tra sindacati e governo. I temi al centro dell’incontro saranno fisco e
lavoro. Su possibili modifiche alla riforma Fornero. Bonanni ha però messo in guardia
il governo e lo stesso premier Letta da “interventi autoritari”.
R. Le norme
devono avvenire con l’ausilio delle parti sociali, tanto più che quelle norme regoleranno
il rapporto tra lavoratori e imprenditori. E’ singolare che si sposti altrove l’attenzione
in un’azione dirigista che abbiamo già visto altre volte aver avuto degli esiti davvero
se non disastrosi, talvolta anche scandalosi.
D. - Bonanni, voi avete chiesto
uno shock fiscale: cosa significa e soprattutto che cosa vi aspettate?
R. -
E’ coscienza ormai di tutti che la vicenda fiscale può essere la tomba dell’economia
italiana come può essere addirittura la rinascita di una economia che finalmente -
dopo cinque anni - ricomincia a camminare e a crescere. A noi interessa che ci sia
un segno netto affinché le persone paghino meno tasse - i lavoratori e i pensionati
anzitutto - e che le imprese che investono paghino meno tasse. Non credo che si possa
continuare in questa irresponsabilità, com’è stato finora per tutti i governi degli
ultimi dieci anni, in cui hanno accresciuto le tasse nazionali, permettendo ai locali
di fare altrettanto. Non credo che ci siano ancora le condizioni per questa irresponsabilità.
D. - Avete detto “sì” agli incentivi alle imprese che investono. Che cosa,
invece, non va bene?
R. - Tutto ciò che accumula solo rendita o la spinta alla
rendita, per noi, non va bene. Abbiamo bisogno di movimento economico che dia movimento
occupazionale e crescita.