Etiopia: ratificato il Trattato dei Paesi del bacino del Nilo
Il governo di Addis Abeba ha ratificato il Trattato dei Paesi del bacino del Nilo,
che contesta il diritto di veto dell’Egitto e del Sudan su tutti i progetti relativi
alle acque del Nilo. La notizia è riportata dall’Agenzia Misna e secondo alcuni osservatori
è destinata ad alimentare le crescenti tensioni tra Il Cairo e Addis Abeba sul progetto
della "Diga del Rinascimento", un colosso idroelettrico per cui l’Etiopia ha disposto
e avviato i lavori di modifica del corso del Nilo Azzurro. L’accordo quadro di cooperazione
firmato nel 2010 da sei dei dieci membri dell’Iniziativa del Bacino del Nilo – che
riunisce i Paesi rivieraschi sulle sponde del fiume – prevede una revisione in senso
più equo sullo sfruttamento delle acque del Nilo. Il Trattato – che riunisce inoltre
Burundi, Kenya, Rwanda, Tanzania e Uganda – prevede l’abolizione di accordi di epoca
coloniale tutt’ora in vigore, che permettono a Egitto e Sudan lo sfruttamento di circa
il 90% delle acque del più grande fiume d’Africa. L’approvazione del Trattato da parte
del parlamento di Addis Abeba introduce, di fatto, l’accordo nel diritto nazionale.
La ratifica, sottolinea la stampa egiziana, avviene in un momento in cui le tensioni
con il Cairo – che teme che i lavori sul versante etiopico del Nilo azzurro possano
ridurre la portata d’acqua del fiume vitale per l’economia – sono alle stelle. Nei
giorni scorsi, il presidente egiziano, Mohammed Morsi, aveva dichiarato che “tutte
le opzioni sono al vaglio” e che l’Egitto “non ammetterà la perdita di una sola goccia
della sua acqua”. Secondo l’Istituto egiziano di programmazione nazionale, l’Egitto
avrà bisogno entro il 2050 di 21 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno in più, rispetto
ai 55 milioni che attualmente rispondono al fabbisogno nazionale. (E. B.)