Zambia. La Chiesa: una nuova Costituzione al servizio della promozione umana
“Anche se non possiamo mangiarla, una buona Costituzione ci garantisce che ci sia
cibo sulle nostre tavole, medicine nei nostri ospedali e un’educazione di qualità
nelle nostre scuole” ha affermato padre Cleophas Lungu, Segretario generale della
Conferenza episcopale dello Zambia, durante un incontro delle organizzazioni non governative
impegnate nel seguire il processo di revisione costituzionale. Padre Lungu ha voluto
così sottolineare che per la Chiesa cattolica la nuova Costituzione non deve essere
fine a se stessa, ma deve essere un ulteriore passo per la promozione umana, specialmente
dei più poveri. “Lo Zambia non può più permettersi di vedere sperperate ulteriori
risorse nazionali. Sì, noi vediamo la nuova Costituzione come uno strumento di sviluppo
sociale, economico e politico”. Per questo motivo, il Segretario generale della Conferenza
episcopale ha espresso apprezzamento per l’accordo raggiunto dalle organizzazioni
della società civile (con le quali collabora la Chiesa cattolica) per stabilire gli
standard minimi che la nuova Costituzione dovrà rispettare, che saranno poi trasmessi
al comitato incaricato di redigerla. “Dobbiamo rimanere vigilanti e in allerta” ha
aggiunto padre Lungu. “Le esperienze passate hanno dimostrato che non possiamo affidare
l’intero processo di revisione costituzionale nelle mani dei politici. Ricordatevi
che gli eventi malvagi accadono quando le persone buone rimangono in silenzio”. Lo
Zambia ha rivisto la sua Costituzione quattro volte dal 1964, anno dell'indipendenza
dalla Gran Bretagna, perché i successivi governi hanno rimodellato la Carta Costituzionale
per mettere a tacere i partiti di opposizione e mantenersi al potere. Quella in discussione,
se approvata, diventerebbe la quinta Costituzione del Paese in mezzo secolo di indipendenza.
(R.P.)