2013-06-13 12:44:37

Turchia: la violenza risparmia le Chiese dove si prega per il Paese


È stata una notte di scontri molto violenti, forse i più duri dallo scoppio delle proteste antigovernative tredici giorni fa. Dopo otto ore di guerriglia con i manifestanti la polizia turca ha ripreso il controllo di Piazza Taksim a Istanbul. La violenza delle manifestazioni e della repressione tuttavia non ha toccato i luoghi di culto cattolici situati nei pressi di piazza Taksim, come la cattedrale dello Spirito Santo, la chiesa di Sant’Antonio e quella di santa Maria Draperis. Le chiese sono state rispettate e tenute fuori dalle proteste come testimoniato all'agenzia Sir dai loro parroci e rappresentanti. Nella cattedrale dello Spirito Santo “molti giovani entrano con le mascherine per proteggersi dai gas lacrimogeni abbassate. Si fermano per un po’ all’interno - racconta il parroco, il salesiano Nicola Masedu - qualcuno recita delle preghiere, altri sostano solo per riprendere fiato, far riposare gli occhi arrossati dai gas e poi tornare a manifestare. Lo fanno in silenzio e con grande rispetto del luogo”. Stessa cosa nella chiesa di Santa Maria Draperis, una delle più antiche parrocchie della città. “Qui - dice padre Ruben Tierrablanca - molti giovani vengono a pregare lasciando le loro mascherine antigas appese all’inferriata esterna. Non è mai successo nulla che potesse colpire la sensibilità dei fedeli cristiani”. “Candele accese a sant’Antonio”, nella chiesa omonima, rivela il parroco padre Anton Bulai, “molti giovani che vanno a piazza Taksim passano per la nostra chiesa, accendono un cero a Sant’Antonio. Come frati francescani, in questo momento delicato per il Paese preghiamo per il bene e pace nella nazione”. (R.P.)







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