Grande attesa a Carpi per la Beatificazione di Odoardo Focherini
Odoardo Focherini: padre di famiglia, giornalista, cristiano impegnato nella Chiesa
italiana degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso sarà beatificato, questa mattina,
nella sua Carpi nella Celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Amato,
prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi. Focherini, nato nel 1907, morì
martire a soli 37 anni nel 1944 nel campo di concentramento di Hersbruck: fu deportato
per aver salvato un centinaio di ebrei. Luca Tentori ha sentito per noi un
suo compagno di prigionia che oggi vive a Bologna:
Ha 86 anni,
Franco Varini, ma i ricordi della sua giovinezza sono precisi e puntali con
date, ore e nomi. Perché la storia violenta, che a lui non ha fatto sconti, lascia
impressi i ricordi per tutta una vita. Fu prigioniero nel campo di concentramento
di Fossoli, in Emilia, all’età di 17 anni perché una spia lo denunciò come partigiano.
Qui nel luglio 1944 conobbe Odoardo Focherini:
"Era un tipo molto silenzioso
e molto gioviale. Molto attento soprattutto a coloro che avevano momenti di tristezza.
Per questo ho sempre avuto l’impressione che fosse un sacerdote, perché bastava che
io mi sedessi un attimo su una panca un po’ sconsolato - e lo ero veramente - che
subito arrivava l’abbraccio di Odoardo. Quest’uomo mi prese sotto la sua protezione
e di fatto sono diventato suo figlio".
E in quei mesi, come spesso accade
nel cammino cristiano, l’intreccio tra due grandi vite di fede: Odoardo Focherini
e Teresio Olivelli, altro imponente figura di cattolico italiano del Novecento. Quest’ultimo
si salvò miracolosamente dalla fucilazione e fu nascosto e sfamato nello stesso campo
di Fossoli da Focherini:
"Quest’uomo che ha sette figli a casa, che ha fatto
espatriare più di cento persone, per cui è un super condannato, riesce comunque nel
campo a compiere l’atto di eroismo più grande che si possa compiere: si fa carico
di un condannato a morte. E qui c’è tutta la grandezza di Odoardo Focherini, perché
se un altro avesse 'venduto' Teresio Olivelli, diciamoci la verità, sarebbe stato
liberato".
Ma il 5 agosto 1944 tutti i prigionieri rimasti nel campo furono
trasferiti a Bolzano e Olivelli senza coperture fu catturato dalle SS. Lo rividero
sfigurato dalle percosse qualche giorno dopo:
"Corsi subito a cercare Odoardo
che era lì. Odoardo mi mise una mano sulla spalla e cominciai a parlare e Odoardo
a piangere. Odoardo Focherini ha fatto l’impossibile. Abbiamo vissuto un primo periodo
poi insieme a Flossenbürg. Poi lì ci siamo divisi: lui è finito a Hersbruck, dove
è morto malamente e io sono finito a Dachau, e la mia storia è continuata successivamente
e a portarmi dietro con certezza non solo il ricordo ma il sorriso di Odoardo che
dall’alto dice: “Dai topolino (il soprannome che mi dette Odoardo e che mi è rimasto
per tutta la vita). Topolino forza, ce la dobbiamo fare” e ce l’abbiamo fatta"!
“Non
mi sentivo un eroe, ma un ragazzo di 17 anni che non voleva morire, ha concluso Franco
Varini a microfoni spenti. Sono "sull’altra sponda" rispetto alla Chiesa, ma ho voluto
testimoniare al suo processo di Beatificazione perché era un uomo giusto, per me,
un Santo”.