Carceri e diritti violati, non solo sovraffollamento
"Il volontariato
non ha perso la sua forza propulsiva e continua a eleborare idee innovative per migliorare
le condizioni di vita delle carceri. Ma, nonostante gli sforzi perpetrati in tutti
questi anni, la condizione delle carceri è andata peggiorando, tanto che l'Italia
ha subito delle condanne dalla Corte europea". Elisabetta Laganà, presidente
del Coordinamento nazionale volontariato della giustizia, riassume così le
conclusioni della recente Assemblea nazionale dei volontari - enti, associazioni
- che lavorano negli istitituti penitenziari (Roma 7 - 8 giugno). "Si parla spesso
del sovraffollamento, ma un po' meno, per esempio, del diritto alla salute per tutti
i cittadini compresi quelli privati dalla libertà, previsto dall'art. 32 della Costituzione.
Oppure di genitorialità e affettività nei luoghi di reclusione". Il sovraffollamento
- aggiunge Ornella Favero, direttrice di 'Ristretti Orizzonti' (Casa di reclusione
di Padova - Istituto femminile Giudecca) non è solo una questione di disagio
fisico dei detenuti. Il problema vero è che se una persona passa la carcerazione senza
far niente dalla mattina alla sera, come avviene oggi perché non ci sono attività
per tutti, uscirà peggiorata dal carcere. Perciò oggi il carcere crea insicurezza".
Grazie all'attività decennale di 'Ristretti Orizzonti' a Padova, il Volontariato
della Giustizia ha poi proposto al Ministero della pubblica istruzione di creare una
giornata nazionale, 15 novembre, dedicata al progetto "Il carcere entra a scuola,
le scuole entrano in carcere". "Oggi purtroppo il carcere riguarda sempre più
ragazzi che arrivano da storie di vita regolari. La droga, i reati del codice della
strada, i litigi in starda o in famiglia, fanno sì che il carcere ci riguardi tutti"
spiega ancora Ornella Favero. "Spieghiamo così ai giovani che è molto facile, purtroppo,
varcare quella linea di demarcazione, che noi crediamo profonda, tra la società dei
'buoni' e quella dei 'cattivi'. Un modo insomma per insegnare che il carcere ci appartiene
e dunque la discussione sul sovraffollamento, le pene, i reati, riguarda tutta la
società, non solo gli addetti ai lavori". (A cura di Fabio Colagrande)