Bambini e conflitti armati: rapporto Onu denuncia minacce senza precedenti
I conflitti creano minacce senza precedenti nella vita dei bambini. Lo afferma il
rapporto annuale del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che denuncia le gravi
violazioni nella vita dei più piccoli: bambini reclutati e utilizzati nei conflitti
armati, che subiscono violenze sessuali, oppure uccisi e mutilati. Le scuole usate
come caserme militari. Lo conferma Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia,
al microfono di Elisa Sartarelli:
R. - I bambini
nei conflitti armati subiscono davvero delle gravissime violazioni. E questo riguarda
i bambini, ma soprattutto le bambine. Non dimentichiamo che proprio le bambine vengono
forzatamente reclutate e costrette a violenze sessuali, costrette a matrimoni precoci.
Questo è un fenomeno in grandissima evoluzione, purtroppo, in Paesi dove i conflitti
sono molto forti: parliamo della Siria, dell’Afghanistan, del Mali, della Repubblica
Centroafricana. Ed è un fenomeno che non è soltanto legato alle questioni belliche,
ma spesso anche ad una cosa di cui si parla poco: la disperazione, la fame… Per questo,
spesso le famiglie, spesso le madri - abbiamo avuto evidenze di questo in Siria -
danno in sposa ai gruppi armati le proprie bambine, sperando di trovare delle situazioni
migliori; non sapendo - o forse sapendolo - che vanno incontro, invece, a situazioni
davvero molto gravi. I bambini arruolati fanno spesso i facchini, le spie, i cuochi…
Quando vengono arruolati, vengono costretti a svolgere questo tipo di attività, che
non sono soltanto quelle belliche.
D. - Nelle zone dove ci sono conflitti,
le scuole non sono più dei luoghi sicuri: si riducono le iscrizioni e si rilevano
alti tassi di abbandono, soprattutto da parte delle bambine…
R. - Le bambine
vengono tolte soprattutto perché queste scuole sono oggetto spesso di raid: vengono
sequestrate, entrano le milizie e spesso le bambine vengono portate via oppure sono
oggetto di violenze. Ormai il dato riguarda tutti, non riguarda soltanto le bambine:
laddove c’è distruzione, le bambine - come i bambini - vanno tutti portati via; laddove
c’è ancora qualche zona che funziona c’è il rischio - purtroppo! - di continui ingressi
di milizie per violenze, per torture, per situazioni di questo tipo. Noi abbiamo fatto,
quindi, un appello molto forte agli Stati in guerra - in particolar modo Siria, Afghanistan
e Mali - affinché le scuole, luoghi di pace, vengano preservate dalle barbarie.
D.
- Per dare ai bambini un senso di normalità anche in una situazione di guerra, le
famiglie dovrebbero poter continuare a vedere come luoghi sicuri le scuole, che invece
vengono sempre più spesso attaccate o usate come caserme militari. Come si può fermare
questo fenomeno?
R. - Innanzitutto facendo appello alle parti in conflitto,
affinché questi luoghi vengano preservati da bombardamenti. Ma naturalmente questo
non basta! Allora si sta cercando - parliamo della Siria e dell’Afghanistan - di creare
dei luoghi altrettanto sicuri, dove i bambini possano continuare a studiare, perché
questo è un dato fondamentale. Durante un conflitto i bambini devono poter proseguire
ad andare fra i banchi, devono poter proseguire ad avere un senso di normalità. L’Unicef
lavora alacremente per cercare di realizzare delle scuole nei campi profughi, laddove
ci sono appunto dei campi profughi: non dimentichiamo che in ogni campo profughi in
Giordania, in Iraq, in Libano, in Turchia sono allestiti degli spazi per le scuole;
nelle zone dove purtroppo c’è il conflitto, si cercano dei luoghi alternativi. Non
c’è dubbio che queste siano zone pericolose! Le scuole bombardate, dove viene ucciso
il personale, dove tutte le persone sono in fuga sono dei luoghi non sicuri. Non dimentichiamoci
che spesso vi si nascondono le opposte fazioni per fuggire agli attacchi o ai controlli.
Quello che l’Unicef auspica è che certi luoghi, che rappresentano la normalità, vengano
preservati: almeno questi! Certo è difficile: se pensiamo che la Siria è ormai completamente
dilaniata da questo conflitto da 800 giorni e che città come Aleppo sono state completamente
distrutte, è difficile pensare che le scuole siano immuni da questo. Però noi, con
questo Rapporto, facciamo proprio appello a questo. E’ l’ennesimo crimine contro l’umanità
che si sta perpetrando! Le scuole ancora sono colpite… Questo è davvero molto grave!