2013-06-13 15:37:58

Bambini e conflitti armati: rapporto Onu denuncia minacce senza precedenti


I conflitti creano minacce senza precedenti nella vita dei bambini. Lo afferma il rapporto annuale del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che denuncia le gravi violazioni nella vita dei più piccoli: bambini reclutati e utilizzati nei conflitti armati, che subiscono violenze sessuali, oppure uccisi e mutilati. Le scuole usate come caserme militari. Lo conferma Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, al microfono di Elisa Sartarelli:RealAudioMP3

R. - I bambini nei conflitti armati subiscono davvero delle gravissime violazioni. E questo riguarda i bambini, ma soprattutto le bambine. Non dimentichiamo che proprio le bambine vengono forzatamente reclutate e costrette a violenze sessuali, costrette a matrimoni precoci. Questo è un fenomeno in grandissima evoluzione, purtroppo, in Paesi dove i conflitti sono molto forti: parliamo della Siria, dell’Afghanistan, del Mali, della Repubblica Centroafricana. Ed è un fenomeno che non è soltanto legato alle questioni belliche, ma spesso anche ad una cosa di cui si parla poco: la disperazione, la fame… Per questo, spesso le famiglie, spesso le madri - abbiamo avuto evidenze di questo in Siria - danno in sposa ai gruppi armati le proprie bambine, sperando di trovare delle situazioni migliori; non sapendo - o forse sapendolo - che vanno incontro, invece, a situazioni davvero molto gravi. I bambini arruolati fanno spesso i facchini, le spie, i cuochi… Quando vengono arruolati, vengono costretti a svolgere questo tipo di attività, che non sono soltanto quelle belliche.

D. - Nelle zone dove ci sono conflitti, le scuole non sono più dei luoghi sicuri: si riducono le iscrizioni e si rilevano alti tassi di abbandono, soprattutto da parte delle bambine…

R. - Le bambine vengono tolte soprattutto perché queste scuole sono oggetto spesso di raid: vengono sequestrate, entrano le milizie e spesso le bambine vengono portate via oppure sono oggetto di violenze. Ormai il dato riguarda tutti, non riguarda soltanto le bambine: laddove c’è distruzione, le bambine - come i bambini - vanno tutti portati via; laddove c’è ancora qualche zona che funziona c’è il rischio - purtroppo! - di continui ingressi di milizie per violenze, per torture, per situazioni di questo tipo. Noi abbiamo fatto, quindi, un appello molto forte agli Stati in guerra - in particolar modo Siria, Afghanistan e Mali - affinché le scuole, luoghi di pace, vengano preservate dalle barbarie.

D. - Per dare ai bambini un senso di normalità anche in una situazione di guerra, le famiglie dovrebbero poter continuare a vedere come luoghi sicuri le scuole, che invece vengono sempre più spesso attaccate o usate come caserme militari. Come si può fermare questo fenomeno?

R. - Innanzitutto facendo appello alle parti in conflitto, affinché questi luoghi vengano preservati da bombardamenti. Ma naturalmente questo non basta! Allora si sta cercando - parliamo della Siria e dell’Afghanistan - di creare dei luoghi altrettanto sicuri, dove i bambini possano continuare a studiare, perché questo è un dato fondamentale. Durante un conflitto i bambini devono poter proseguire ad andare fra i banchi, devono poter proseguire ad avere un senso di normalità. L’Unicef lavora alacremente per cercare di realizzare delle scuole nei campi profughi, laddove ci sono appunto dei campi profughi: non dimentichiamo che in ogni campo profughi in Giordania, in Iraq, in Libano, in Turchia sono allestiti degli spazi per le scuole; nelle zone dove purtroppo c’è il conflitto, si cercano dei luoghi alternativi. Non c’è dubbio che queste siano zone pericolose! Le scuole bombardate, dove viene ucciso il personale, dove tutte le persone sono in fuga sono dei luoghi non sicuri. Non dimentichiamoci che spesso vi si nascondono le opposte fazioni per fuggire agli attacchi o ai controlli. Quello che l’Unicef auspica è che certi luoghi, che rappresentano la normalità, vengano preservati: almeno questi! Certo è difficile: se pensiamo che la Siria è ormai completamente dilaniata da questo conflitto da 800 giorni e che città come Aleppo sono state completamente distrutte, è difficile pensare che le scuole siano immuni da questo. Però noi, con questo Rapporto, facciamo proprio appello a questo. E’ l’ennesimo crimine contro l’umanità che si sta perpetrando! Le scuole ancora sono colpite… Questo è davvero molto grave!







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