2013-06-12 14:33:57

Mons. Tomasi: bilanciare diritto alla proprietà intellettuale e esigenze sociali


Soddisfazione è stata espressa dall’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra, mons. Silvano Maria Tomasi, per la proroga di otto anni concessa ai Paesi meno sviluppati in merito a determinati obblighi sui prodotti farmaceutici, anche in considerazione delle loro speciali necessità e del loro bisogno di flessibilità per crearsi una base tecnologica efficiente. I dettagli nel servizio di Roberta Barbi: RealAudioMP3

Un apprezzamento per aver tenuto conto della fondamentale “dimensione umanitaria ed etica” nella decisione di prorogare al 2021 il periodo transitorio riservato ai Paesi meno sviluppati, in merito a commercio e proprietà intellettuale, è stato manifestato dall’Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra, mons. Tomasi, nel suo discorso alle Nazioni Unite. La possibilità della proroga era prevista nell’accordo internazionale firmato dall’Organizzazione mondiale del Commercio nel 1994, volto a fissare standard minimi per la regolamentazione della proprietà intellettuale da applicare agli Stati membri dell’organizzazione. “Un ben progettato sistema di proprietà intellettuale – ha detto il presule – deve bilanciare i diritti privati dell’inventore con le esigenze pubbliche della società”. La protezione e il rispetto di tali diritti, dunque, deve contribuire al progresso e alla diffusione della tecnologia a vantaggio di tutti, pertanto la Santa Sede esorta gli Stati allo sviluppo di un sistema equo che tenga in particolar conto delle persone più povere e più vulnerabili, specialmente in materia di sanità, in cui troppo spesso, come ha ricordato il Papa “da parte dei Paesi ricchi ci sono forme eccessive di protezione della conoscenza”.

Mons. Tomasi ha sottolineato poi come siano ben 49 i Paesi indicati come “meno sviluppati” dalle Nazioni Unite: in essi vive il 12% della popolazione mondiale, che rappresenta, però, meno del 2% del Pil mondiale. La crescita registrata in questi Paesi dal Duemila, non si è purtroppo tradotta in una migliore qualità della vita per la popolazione, che si è talmente impoverita, che nel 2007 il 59% di quella residente in Africa viveva con meno di un dollaro e qualcosa al giorno. Caratterizzati, quindi, da un basso livello di competenza tecnica e di capacità istituzionali, da reddito basso e mal distribuito e da scarsità di risorse finanziarie interne, i Paesi meno sviluppati si apprestano a vivere un lungo periodo d’incertezza, con una possibile escalation di tensioni finanziarie e di vera crisi economica. A questo si aggiunge la presenza di circa 9.7 milioni di persone che convivono con il virus dell’Hiv, ma delle quali solo due milioni e mezzo hanno accesso al trattamento con i farmaci antiretrovirali. “La proroga – ha concluso mons. Tomasi – consentirà a tali Paesi di superare le sfide strutturali che mirano a eliminare la povertà e a raggiungere gli obiettivi di sviluppo concordati a livello internazionale”.

Ultimo aggiornamento: 13 giugno







All the contents on this site are copyrighted ©.