Coree: accuse reciproche fra Seoul e Pyongyang, salta l’incontro di pace
L'incontro di pace fra le due Coree che doveva tenersi questa mattina nella Freedom
House della capitale sudcoreana è saltato all'ultimo momento a causa di "posizioni
inconciliabili" sulla composizione delle delegazioni che avrebbero dovuto discutere
della ripresa dei contatti diretti fra i due governi. Oggi - riferisce l'agenzia AsiaNews
- Pyongyang non ha risposto alla quotidiana telefonata sulla "linea rossa", l'ultimo
contatto rimasto fra i due lati della penisola coreana. Entrambi gli esecutivi si
accusano a vicenda per l'annullamento dell'incontro, che doveva discutere la riapertura
del complesso industriale congiunto di Kaeseong e la ripresa degli incontri delle
famiglie divise dalla Guerra di Corea. Secondo Seoul, il Nord non ha voluto inviare
come capo della sua delegazione il leader del Dipartimento del Fronte Unito del Partito
dei Lavoratori (che ha il rango di ministro). Per questo Seoul ha proposto di far
incontrare due vice ministri, ma Pyongyang ha definito l'idea "una provocazione" e
ha annullato ogni contatto. Secondo alcuni analisti, il vero problema sta nel fatto
che all'interno della delegazione nordcoreana originale non c'era alcun militare:
se fosse stata confermata, avrebbe dimostrato un significativo alleggerimento del
clima di tensione anche bellica fomentato nei mesi scorsi dal regime stalinista di
Kim Jong-un. Questo avrebbe scatenato una lotta fra fazioni all'interno del Nord,
che ha poi condotto a questa situazione. I rapporti intercoreani hanno vissuto momenti
di altissima preoccupazione lo scorso marzo, quando le esercitazioni militari congiunte
tra Washington e Seoul (annunciate con un anno di anticipo) sono state definite da
Pyongyang "una provocazione e una prova generale di attacco contro di noi". Inoltre,
il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato all'unanimità - quindi
anche con il voto della Cina - una serie di risoluzioni economiche per punire il terzo
test nucleare condotto dal regime il 12 febbraio. Le risoluzioni e l'isolamento sempre
più acuto in cui si trova la Corea del Nord hanno distrutto la sua già fragile economia.
Senza rapporti bilaterali con Pechino e con Seoul, il regime rischia il crollo totale
dato che non ha più richieste di esportazioni e non ha modo di importare nulla dall'estero.
(R.P.)