Confcommercio: consumi, mai così male in quasi 70 anni di vita repubblicana
L’aumento dell’Iva “va scongiurato”, l’impatto di un’ulteriore tassazione sui consumi
sarebbe “benzina sul fuoco”. E’ quanto ha detto ieri mattina il presidente di Confcommercio,
Carlo Sangalli, intervenendo all’Assemblea generale della Confederazione che in Italia
riunisce oltre 7000 imprese. Il contributo dell’imprenditoria – si legge nel messaggio
inviato dal presidente italiano, Giorgio Napolitano – è essenziale “per l’attuazione
di interventi indirizzati alla ripresa del processo di crescita dell'economia e dell'occupazione”.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’economia italiana
è in declino. I dati, come conferma l’indagine di Cer-Confcommercio intitolata “L’Italia
che arretra”, sono allarmanti: il potere d'acquisto perduto in media da ogni famiglia,
circa 3400 euro, tornerà a livelli pre-crisi solo nel 2036. I consumi delle famiglie
sperimentano oggi una flessione mai registrata nei quasi 70 anni di vita della Repubblica.
Dal 2008 il numero totale degli occupati si è ridotto di 950 mila unità e il reddito
ha fatto registrare una perdita complessiva di oltre 86 miliardi di euro. Ogni azienda
italiana dedica l’equivalente di 269 ore di lavoro l’anno ad adempimenti fiscali,
il doppio della Francia, il 60% in più della Spagna. Le piccole e medie imprese italiane
sostengono per obblighi fiscali un onere annuo di 10 miliardi di euro, quasi il 50%
in più della media dei Paesi dell’Unione Europea. Nel 2013 il numero di giorni di
lavoro necessari per pagare tasse, imposte e contributi raggiungerà il suo massimo
storico di 162 giorni. Nella media europea ne occorrono 130.
Ricordando alcuni
di questi dati, il presidente di Confocmmercio Carlo Sangalli ha detto che
c’è bisogno di “scelte coraggiose”. Scelte che liberino “l'Italia dalla cappa di arroccamenti,
timori e paure, che proliferano in un presente troppo spesso uguale a se stesso”.
Senza impresa non c’è crescita e “se chiudono le imprese, chiude l’Italia”. Il nord
– ha aggiunto Sangalli - è sull’orlo del baratro, il tonfo del Mezzogiorno è già una
realtà:
“Senza un cambiamento profondo delle politiche in Europa e in Italia,
non se ne esce! Serve davvero un patto di stabilità più intelligente. E’ tempo di
una sua compiuta revisione, per mobilitare anche gli investimenti degli enti locali
e per procedere nell’azione di sblocco del pagamento dei crediti delle imprese nei
confronti delle pubbliche amministrazioni”.
Il presidente di Confcomemercio
Sangalli ha anche chiesto al governo di bloccare il previsto aumento dell’Iva. Il
ministro per lo sviluppo economico Flavio Zanonato, più volte interrotto dai
fischi dei partecipanti all'Assemblea dei commercianti, ha spiegato di non poter promettere
uno stop all’incremento dell’imposta sui consumi. “Mi piacerebbe dire – ha spiegato
Zanonato - che non aumenteremo l’Iva ma non lo posso fare”:
“Attenzione
spieghiamoci su queste cose perché serve poco, cerchiamo di capirci… La volontà di
farlo resta ed è forte. C’è un lavoro e non posso dirvi che non siamo in grado di
farlo. Si tratta di una decisione che non è stata presa dal mio governo e il corrispondente
incremento di gettito è già all’interno del bilancio dello Stato”.
Secondo
recenti stime, servono almeno 12 miliardi di euro per evitare l'aumento dell'Iva,
previsto a luglio.