2013-06-11 16:52:34

Turchia, la polizia riprende il controllo di piazza Taksim. Almeno 100 i manifestanti feriti


Sale ulteriormente la tensione in Turchia. Ad Istanbul migliaia di manifestanti hanno nuovamente riempito, ieri sera, piazza Taksim, sgomberata in mattinata dalla polizia. L’intervento, secondo l’associazione dei medici turchi, ha provocato il ferimento di almeno 100 persone, tra cui 5 in modo grave. Migliaia di dimostranti si sono radunati anche nel centro di Ankara. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Le proteste non si placano e non si fermano nonostante i ripetuti interventi delle forze dell’ordine e le dichiarazioni del premier Erdogan, che ha annunciato “tolleranza zero” nei confronti dei manifestanti. Questa mattina la polizia, utilizzando anche veicoli blindati, aveva ripreso il controllo di piazza Taksim costringendo centinaia di manifestanti a ritirarsi verso il parco Gezi, altro luogo simbolo della rivolta antigovernativa. Durante le violenze compiute dalla polizia, definite “brutali e vergognose” da Amnesty International, sono rimasti feriti – secondo l’Associazione dei medici turchi - almeno 100 dimostranti, tra cui 5 in modo grave. In varie zone del Paese sono stati arrestati più di 70 avvocati che difendono i dimostranti. Sempre oggi ad Istanbul, centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa erano entrati nel parco Gezi, dove gli alberi saranno sradicati e trasferiti – ha detto il premier turco Erdogan – per consentire di costruire un centro commerciale. L’unico spiraglio di dialogo tra governo e attivisti si aprirà forse domani quando il primo ministro turco incontrerà una delegazione di manifestanti. Ma il governo ha già precisato che i piani urbanistici, duramente contestati dai dimostranti durante le proteste iniziate lo scorso 30 maggio e costate la vita finora a 4 persone, non verranno modificati.


Domani, il primo ministro turco Erdogan incontrerà dunque alcuni dimostranti. Ma i fatti di oggi avranno delle ripercussioni su questo faccia a faccia? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al collega turco Dundar Kesapli:RealAudioMP3

R. – Erdogan ha mostrato che non è un uomo del sistema dittatoriale, perché comunque ha dato un segno e ha mostrato la volontà di premiare i manifestanti, ascoltandoli. Quindi, domani, li incontrerà e dopo vedremo il risultato che ne uscirà fuori.

D. – Il premier Erdogan e il presidente Gul si sono mostrati molto divisi – duro il primo, dialogante il secondo – segno che c’è una spaccatura in atto a livello istituzionale...

R. – Può sembrare ma, d’altro canto, come in ogni Paese i diversi leader hanno diversi pareri, uno diverso dall’altro. Alla fine, però, qui c’è una realtà: sia il presidente Gul che il presidente del Consiglio, Erdogan, hanno il dovere, come istituzioni che rappresentano la Turchia, di trovare una soluzione e il miglior modo per uscire fuori dalla situazione prima che si aggravi, come è accaduto in altri Paesi del Mediterraneo.

D. – La Turchia è in questi giorni sotto la lente d’ingrandimento internazionale. Quanto tutto questo avrà delle conseguenze sulla credibilità che il Paese si è faticosamente costruito in questi anni?

R. – Il presidente Erdogan sicuramente ha fatto molte cose importanti per la Turchia e per la popolazione, ma non si può dire che sia perfetto. In nessun Paese del mondo si può pretendere che le istituzioni e il governo siano perfetti. Sicuramente, manca qualcosa. Soprattutto, non è stato molto leggero l’intervento della polizia turca. E questo bisogna sottolinearlo. Hanno sbagliato e quando sbagliano anche loro pagano. Istituzione o no, la realtà è che ci sono in atto degli scontri e che l’atmosfera che si vive in Turchia non è certo serena.







All the contents on this site are copyrighted ©.