Mons. Nichols: importanti le parole del Papa sullo spreco di cibo, il G8 ne tenga
conto
“Cibo sufficiente per tutti”: è questo il cuore della Campagna “If” da tempo in atto
in Gran Bretagna, che lo scorso sabato ha mobilitato ad Hyde Park, a Londra, 45 mila
persone, tra cui personaggi famosi come Bill Gates. La Campagna vuole inviare un messaggio
di tipo etico al G8 del 17 e 18 giugno prossimi, in programma in Nord Irlanda. A parlarne,
al microfono di Philippa Hitchen, è il primate cattolico britannico, l’arcivescovo
di Westminster, mons. Vincent Nichols, che sabato scorso ha partecipato alla
funzione ecumenica alla quale ha mandato un messaggio anche il capo della Comunione
anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby:
R. – Well, I
think that what is important is that the goals can be used to bring… Penso che
ciò che conta sia che gli obiettivi prefissati possano essere usati, ad esempio, per
sostenere il governo britannico, che ha già delineato delle strategie in vista del
vertice del G8, laddove alcune di queste strategie sono sulla stessa linea di alcuni
dei traguardi che si è posta la campagna. Ad esempio, uno di essi riguarda la maggiore
trasparenza nel modo di agire dei governi e delle grandi aziende, in particolare per
le aziende che si occupano dell’estrazione di risorse naturali nei diversi Paesi.
E il governo britannico ha assunto già una posizione molto severa nei riguardi di
ciò, con un piano denominato “Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive”
(The Extractive Industries Transparency Initiative, Eiti). Ci sono altri punti sui
quali il governo si è impegnato, come l’evasione fiscale e l’elusione fiscale aggressiva.
Credo ci siano grandi ragioni di sperare che questa Campagna sappia rafforzare l’azione
del governo. E, in fin dei conti, questo è esattamente ciò che una Campagna popolare
di questo genere dovrebbe impegnarsi a ottenere.
D. – Abbiamo sentito anche
Papa Francesco esprimersi in termini molto decisi circa alcuni aspetti economici,
a livello globale. Lei pensa che le sue parole possano avere un impatto particolare
in tale contesto? Crede possano indurre i leader mondiali a fermarsi ad ascoltare
un po’ di più?
R. – Yes, I do: I really do! And, for example, his recent comments
about… Si, ne sono convinto. Ad esempio, le sue più recenti affermazioni su quanto
sia scorretto sprecare il cibo sono molto, molto importanti. Lei sa che quasi la metà
del cibo prodotto nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Europa a un certo punto
della catena alimentare finisce sprecato. La metà di questo spreco basterebbe per
nutrire gli affamati del mondo. Quasi il 20% del cibo che la gente si porta a casa,
in questo Paese, finisce per essere gettato. Sono dati che sorprendono, ma questo
significa anche che il primo passo per alleviare la fame nel mondo deve partire dalle
nostre stesse case.
D. – Per quanto riguarda i gruppi religiosi coinvolti in
questa campagna, si tratta di una vasta rete di gruppi cristiani, e quello che lei
sta svolgendo è un ampio servizio ecumenico. Pensa che azioni di questo genere possano
rafforzare l’impegno ecumenico nel Regno Unito?
R. – Oh, I think it does: there’s
no doubt about that… Penso proprio di sì, non ci sono dubbi. Che si tratti di parrocchie
che lavorano per far fronte alla povertà che ci circonda, la maggior parte del lavoro
si svolge in ambito ecumenico e a volte perfino su base interreligiosa. Non c’è nulla
di inusuale né di sorprendente nel fatto che questo tempo di preghiera e di riflessione
sia un’iniziativa fondata su un’ampia base cristiano-ecumenica: questo, per noi, in
realtà è normale.
D. – Questo contributo caratterizzato da una particolare
connotazione cristiana dovrebbe distinguersi: in che modo questa visione si differenzia
da quella di altri uomini di buona volontà, impegnati nella stessa causa?
R.
– Well, again I would take a lead from some of the things… Prenderei ancora spunto
da alcune parole di Papa Francesco: ad esempio, quando riconosciamo la nostra povertà
di fronte a Dio e la nostra dipendenza dalla sua misericordia, solo allora iniziamo
a riconoscere in coloro che sono poveri materialmente i nostri fratelli e le nostre
sorelle, e non semplicemente persone lontane che possono avere bisogno della nostra
carità. Credo che la prospettiva cristiana approfondisca il senso della solidarietà
tra i figli di Dio, e quel senso è che nei poveri è Cristo che bussa alla nostra porta,
così che possiamo essere salvati dal nostro altruismo.