2013-06-11 07:21:41

A Roma i funerali del soldato italiano ucciso in Afghanistan


“Un ragazzo determinato e generoso, motivato e sensibile, attento ai più deboli e bisognosi, fiero e orgoglioso della sua professione, che gli permetteva di amare chi non è amato e di sperare l’insperabile. Il suo era un amore pieno, attivo, solidale, preoccupato, che non attende di essere ricambiato per donarsi. Egli sapeva bene che amare può portare a morire per l’altro”. Con queste parole - riferisce l'agenzia Sir - l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, ha ricordato il capitano dei Bersaglieri Giuseppe La Rosa, ucciso in Afghanistan l’8 giugno e del quale ieri, a Roma, si sono celebrati i funerali di Stato. “Caro Giuseppe - ha detto il vescovo castrense - l’Italia tutta, particolarmente chi ti ha voluto bene e che tu hai tanto amato, coloro che ti sono stati vicini e continuano il tuo impegno umanitario, ti dicono grazie per aver reso noi più capaci di sperare nell’unità della famiglia umana”. Il pensiero di mons. Pelvi è poi andato ai militari italiani impegnati nei teatri operativi, “anche per salvaguardare il significativo ruolo internazionale dell’Italia”, ai quali “va manifestato doverosa riconoscenza e concreta vicinanza. Chi, pagando di persona, con le lacrime e il sangue, costruisce nell’infermo afghano il futuro sereno della popolazione non è certo aiutato né dalle nostre sensibilità altalenanti, né da interessi di parte, né da parole e comportamenti egoistici. Eppure - ha sottolineato mons. Pelvi - i nostri giovani militari cercano di promuovere la riconciliazione e la pace in Paesi in cui si sparge ancora tanto sangue in guerre che sono sempre una follia. Non possiamo tirarci indietro, proprio nelle situazioni di maggiore dolore. Sosteniamo, invece, ogni tentativo che può condurre alla sicurezza e alla pace dei popoli, bisognosi di cooperazione e solidarietà”. (R.P.)







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