Messico: don Solalinde contesta la schedatura dei migranti
"E' un atto degradante ed imbarazzante per i nostri fratelli centroamericani schedarli
appena attraversano il confine meridionale del Messico", ha denunciato don Alejandro
Solalinde, responsabile della “Casa del Migrante” a Ciudad Ixtepec e molto conosciuto
per le sue azioni a favore dei migranti. Secondo don Solalinde questa decisione dimostra
che il Messico è diventato un membro in più del sistema di sicurezza degli Stati Uniti
attraverso l'Istituto nazionale di Migrazione, strumento essenziale usato dagli Usa
per ottenere informazioni sui migranti. Secondo quanto riporta una nota inviata all'agenzia
Fides, il giornale Millennium ha annunciato che verrà installato un sistema che registra
l’iride, le impronte digitali e il volto di tutti coloro che attraversano il confine
meridionale del Messico. Si stima che ogni anno sono circa 300mila i centroamericani
"irregolari" che passano attraverso quell’area. Don Solalinde ha spiegato alla stampa
che questo progetto risponde alle necessità degli Stati Uniti, non del Messico, perché
"noi non abbiamo il terrorismo, e quello che vogliono loro, è impedire gli ingressi
dal nostro confine". Il sacerdote ha poi aggiunto che “per ora si tratta solo di identificare
i migranti, ma poi ci verrà chiesto di fermarli e questo diventa un grosso problema,
perché le prigioni sono sature e senza infrastrutture adeguate". Don Solalinde ha
concluso affermando che "è una vera vergogna" attuare una disposizione degli Stati
Uniti, mentre i messicani non riescono ad elaborare una politica di migrazione anche
perché il problema non è una priorità nell'agenda nazionale. (R.P.)