Marino vince le elezioni a Roma. Il centro sinistra conquista gli 11 capoluogo
Ignazio Marino è il nuovo sindaco di Roma. Le elezioni nella Capitale hanno visto
la vittoria dell’esponente del Pd. Ma un copione simile si è ripetuto anche negli
altri dieci comuni capoluogo, con una netta affermazione del centrosinistra. Scarsa
l’affluenza: solo il 48%. Per il premier Letta il risultato rafforza le grandi intese,
ma l’astensionismo deve far riflettere. Alessandro Guarasci:
Marino vede
in Roma un punto di partenza per la rinascita morale del Paese. Il neo sindaco afferma
che la Capitale deve riprendersi il ruolo internazionale che le spetta". E poi un
appello a chi si è astenuto: ''Dobbiamo tornare a coinvolgere chi non ha votato e
convincerli che politica non e' poltrone ma servizio''. Marino ha preso il 64% dei
voti, mentre Alemanno è crollato il 36%. L’ex sindaco ha affermato di non avere alcuna
recriminazione nei confronti di Berlusconi e del Pdl. L’affluenza nella Capitale è
stata bassissima: solo il 45%. E a livello nazionale non è andata meglio: il 48%,
con un calo di 11 punti percentuali rispetto al primo turno. Più in generale queste
votazioni hanno visto la netta affermazione del centrosinistra che ha guadagnato tutti
gli 11 capoluogo dove si è votato. E’ il caso di Brescia, dove è passato Emilio Del
Bono del Pd, oppure di Treviso con Manildo, stesso discorso a Lodi per Uggetti. Al
Movimento Cinque Stelle sono andati due comuni, tra cui Pomezia vicino a Roma. Sul
risultato nella Capitale abbiamo sentito il politologo Alberto Gambino:
R. - Ha giocato
il fatto che quando c'è una disaffezione, come un voto di bassa percentuale, pagano
di più gli elettori di partiti più strutturati, e quindi in questo senso Marino ha
rappresentato una proposta più credibile perché legata alla proposta politica forte
di un partito che pur in una disaffezione totale ha comunque tenuto.
D. - Comunque
questo voto è una bocciatura della giunta Alemanno?
R. – Sì, ed è la prima
volta che un sindaco uscente non viene confermato al secondo mandato. Questo è probabilmente
frutto di una gestione non ineccepibile della giunta Alemanno ma anche di una crisi
economica che oggettivamente ha travolta la vostra città.
D. – C’è stato un
calo forte dei votanti: se l’aspettava in una tornata elettorale molto legata al territorio?
R.
- La disaffezione è anche legata al fatto che i partiti non sono stati in grado di
proporre nuovi elementi, nuovi volti, nuove personalità e – aggiungiamo – è mancata
anche una proposta moderata, centrale di ispirazione cristiana.