Nuove violenze in Libia. A Bengasi 31 morti tra popolazione e milizie armate
E' di almeno 30 morti e 55 feriti il bilancio degli scontri avvenuti sabato sera a
Bengasi fra manifestanti e le milizie armate che presidiavano una caserma della città
orientale libica. Nel Paese nord africano e in particolare nella Cirenaica, il governo
sta cercando di far sciogliere i gruppi armati formati durante la rivolta contro il
regime di Gheddafi. Domenica le dimissioni del capo di Stato maggiore delll'esercito.
Il servizio di Marco Guerra:
Decine di manifestanti,
alcuni armati, hanno dato l'assalto alla caserma della milizia ‘Scudo della Libia’,
chiedendo che sia sostituita da reparti dell'esercito regolare. Al momento non è ancora
chiara la distribuzione fra i due schieramenti delle decine di vittime rimaste a terra
negli scontri. La popolazione civile accusa le milizie di agire impunemente, abusando
dei cittadini e facendo rispettare solo i propri ordini. Quello dei gruppi armati
irregolari è un problema che si trascina dalla caduta di Gheddafi e che, già in passato,
ha portato a duri scontri tra diverse fazioni. Il governo ufficialmente dichiara di
volerli li disarmare ma, di fatto, si affida ancora a loro per il controllo di diverse
aree del Paese. Il portavoce dello stato maggiore ha affermato infatti che 'Scudo
della Libia è “una forza di riserva dell'esercito libico” e che attaccarla equivale
ad “un'aggressione contro una forza legittima”. Sulla questione è intervenuto anche
il premier Ali Zeidan, il quale ha spiegato che la milizia ha lasciato la caserma
e che l'esercito regolare ha preso possesso dell'edificio assicurando il controllo
delle armi pesanti che vi si trovano. Il premier ha anche annunciato un'inchiesta
ed ha lanciato un appello alla calma per trovare una soluzione alle armi rimaste in
mano alla popolazione dopo la guerra civile. La Cirenaica resta tuttavia un polveriera:
nei giorni scorsi un partito politico locale ha proclamato l'autonomia della regione
da Tripoli e migliaia di persone sono scese in piazza a sostegno dell'autonomia.