Nord Corea: circa 10 mila persone continuano a coltivare la fede cattolica
“Riteniamo che almeno diecimila nordcoreani continuino a coltivare la fede cattolica
nel profondo del loro cuore. Ma è difficile credere che possa esistere una chiesa
sotterranea in Corea del Nord”. Padre Lee Eun-hyung è il segretario generale della
Commissione per la riconciliazione del popolo coreano, organismo nato nel 1999 in
seno alla Conferenza episcopale coreana. In una conversazione con Aiuto alla Chiesa
che soffre - riferisce l'agenzia Sir - il sacerdote descrive le tragiche condizioni
della popolazione in Corea del Nord e racconta dei suoi tre viaggi, l’ultimo nel 2011,
nella capitale nordcoreana. Il numero di cattolici rimasti nel Paese asiatico è pressoché
impossibile da determinare. Oggi la Corea del Nord è tra i Paesi in cui la libertà
religiosa è maggiormente negata, ma nonostante i lunghi anni di persecuzioni religiose
almeno diecimila persone continuano in segreto a coltivare la fede cattolica. Una
tesi che sembra trovare conferma in molte delle testimonianze dei rifugiati nordcoreani,
che raccontano di “donne anziane sedute in cerchio intente a contare i fagioli mormorando
come se stessero recitando il rosario”. “Quando si oltrepassa la 'cortina di bambù’
- riferisce padre Lee - si ha l’impressione di tornare indietro nel tempo di almeno
quaranta o cinquanta anni. Oltre alla grave mancanza di cibo, la popolazione non ha
neanche di che riscaldarsi”. (R.P.)