2013-06-08 10:40:01

A Marsiglia, la conclusione del "Cortile dei Gentili". Il card. Ravasi: esperienza di grande intensità


La giornata più intensa del "Cortile dei Gentili" di Marsiglia si è chiusa ieri sera, nella festa del Sacro Cuore, con una Messa solenne e una processione eucaristica presiedute dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Nel pomeriggio, si era svolto un Convegno filosofico dedicato ai due filosofi francesi, Camus e Ricoeur. Da Marsiglia, il servizio del nostro inviato Fabio Colagrande:RealAudioMP3

Il popolo di Dio sfila cantando per le strade del caotico capoluogo della Provenza. Fedeli dai tratti europei e magrebini, mescolati, molti con gli abiti colorati delle confraternite, seguono la croce intonando le litanie del Sacro Cuore. E’ la religione che irrompe nello spazio pubblico, tra gli sguardi curiosi dei passanti. Succede nella laica Francia, a Marsiglia, città multietnica, in cerca di riscatto, teatro di questa nuova edizione del "Cortile dei Gentili". Nella basilica del Sacro Cuore, la Messa è animata da splendidi canti e partecipata con grande devozione. Il cardinale Ravasi porta i saluti di Papa Francesco all’assemblea e nell’omelia descrive i quattro raggi irradiati dalla lampada della parola per illuminarci la via: tenerezza, intimità, amore e gioia. Quella tenerezza, umiliata oggi dalla brutalità e dal materialismo, che può nascere solo dal cuore.

Nel pomeriggio, nel centro diocesano "Le Mistral", il "Cortile del Cuore" aveva dato vita a un altro confronto tra fede e laicità, religione e umanesimo, attraverso un inedito incontro tra due pensatori francesi coetanei, Camus e Ricoeur. Due autori con cammini diversi, ma capaci entrambi di sviluppare un pensiero che può dare fondamento a una resistenza razionale all’arrembante nichilismo. Il cardinale Ravasi ha individuato in apertura di dibattito le scintille di trascendenza nell’opera, apparentemente disperata, di Camus. Ma i partecipanti, laici e religiosi, sono andati oltre definendolo esponente ideale del vero ateismo, profondo, spirituale e preoccupato del futuro dell’uomo. In fondo, da queste giornate di studi emerge che il legame tra fede e ragione è proprio nell’inquietudine, che accomunava Camus e Ricoeur. "E’ ciò che mi disse un altro scrittore francese, Julien Green – ricorda il cardinale Ravasi in chiusura – finché si è inquieti, si può stare tranquilli”.

Per un primo bilancio dell’evento, il nostro inviato a Marsiglia, Fabio Colagrande ha intervistato proprio il cardinale Gianfranco Ravasi:RealAudioMP3

R. - Ci sono stati due volti differenti. Da una parte l’aspetto del credente che si è presentato con una particolare intensità: pensiamo a questa grande celebrazione, questa processione all’interno di una metropoli moderna così come è Marsiglia. Dall’altra parte, questo incontro del Cortile dei Gentili di grande intensità, di grande dinamismo intellettuale, perché riuscire a tenere un orizzonte di persone molto diverse, che ha di fronte due autori di grande rilievo come Ricoeur e Camus, è certamente un’esperienza di grande rilievo per il Cortile dei Gentili.

D. - In particolare il confronto su questi due autori francesi Camus e Ricoeur ha dimostrato che lo stile del Cortile è uno stile che ormai ha fatto scuola…

R. - E’ curioso vedere che proprio il Cortile dei Gentili di Marsiglia - che non è stato organizzato in senso stretto da noi, noi abbiamo dato la nostra consulenza, la nostra presenza - abbia però le caratteristiche che sono state volute nel momento iniziale di questo momento di dialogo, soprattutto con l’originalità del riuscire a scegliere per la prima volta due personaggi che, naturalmente, hanno un legame tra di loro dato esternamente dal fatto che sono nati nello stesso anno, 100 anni fa, ma legati tra di loro perché si sono interrogati sulle grandi questioni umane, soprattutto quelle del senso della vita, del bene e del male, del mistero dell’essere e dell’esistere da angolature completamente diverse. Camus, da una parte, con la sua domanda che si spegne alla fine nella polvere, forse del silenzio, della storia. Dall’altra parte, quella di Ricoeur che invece si affaccia sull’orizzonte ulteriore, sull’ultraterreno, sul trascendente, sul mistero, sulla gloria. Questo è veramente il Cortile dei Gentili: riuscire a trovare voci diverse che però si interrogano sulle questioni che sono pur sempre dentro il cuore di tutti gli uomini.

D. - La “laica Francia” si conferma territorio ideale per i dialoghi del Cortile?

R. - Questa è una cosa abbastanza impressionante. Io ho trovato veramente grande apertura e sensibilità. E poi soprattutto l’esperienza è sempre molto affascinante quando, come in un grande porto che in passato aveva piuttosto l’insegna quasi del crimine, i famosi “marsigliesi”, ci siano ancora tutti i problemi ma sono i problemi della multi-etnicità e quindi un altro terreno molto fertile per poter lavorare ai fini di una interculturalità. Ed è per questo che è stato significativo l’evento, con questi giovani, più di 50 giovani che vengono da tutte le regioni del Mediterraneo anche in lotta tra di loro, che si sono ritrovati per stringersi la mano e affermare la possibilità di camminare insieme.







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