Papa Francesco: smascheriamo gli idoli che ci impediscono di amare Dio
Ognuno di noi vive di piccole o grandi idolatrie, ma la strada che porta a Dio passa
per un amore esclusivo a Lui, come ci ha insegnato Gesù. Lo ha affermato Papa Francesco
nella Messa di giovedì mattina a Casa Santa Marta. A concelebrare col Papa vi erano
tre presuli – l’arcivescovo di Curitiba in Brasile, José Vitti, di Ibiza in Spagna,
Juan Segura, e di Sagar in India, Chirayath Anthony. Presenti anche dei collaboratori
della Biblioteca Apostolica Vaticana, accompagnati dal viceprefetto Ambrogio Paizzoni,
e un gruppo del personale laico dell’Università Lateranense, accompagnati dal prorettore,
mons. Patrick Valdrini. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Quando lo scriba
avvicina Gesù per chiedergli quale sia, secondo Lui, “il primo di tutti i comandamenti”
è probabile che la sua intenzione non fosse tanto innocente. Papa Francesco comincia
l’omelia valutando il comportamento dell’uomo che, nel racconto evangelico della liturgia
odierna, si rivolge a Cristo dando l’impressione di “metterlo alla prova”, se non
proprio di “farlo cadere nella trappola”. E quando – alla citazione biblica di Gesù:
“Ascolta, Israele. Il Signore è nostro Dio, è l’unico Signore” – lo scriba replica
approvando, il Papa richiama l’attenzione sul commento di Cristo: “Non sei lontano
dal Regno di Dio”. In sostanza, spiega Papa Francesco, con quel "non sei lontano"
Gesù ha voluto dire allo scriba: “Tu sai bene la teoria”, ma “ancora ti manca una
distanza dal Regno di Dio”, cioè devi camminare per trasformare in “realtà questo
comandamento”, giacché “la confessione di Dio” si fa nel “cammino della vita”:
“Non
basta dire: ‘Ma io credo in Dio, Dio è l’unico Dio’. Va tutto bene, ma come vivi tu
questo nella strada della vita? Perché noi possiamo dire: ‘Il Signore è l’unico Dio,
soltanto, non ce ne è un altro’, ma vivere come se Lui non fosse l’unico Dio e avere
altre divinità a nostra disposizione… C’è il pericolo dell’idolatria: l’idolatria
che è portata a noi con lo spirito del mondo. E Gesù, in questo, era chiaro: lo spirito
del mondo, no. E chiede al Padre che ci difenda dallo spirito del mondo, Gesù, nell’ultima
cena, perché lo spirito del mondo ci porta all’idolatria”.
“L’idolatria
– prosegue Papa Francesco – è sottile”, tutti “noi abbiamo i nostri idoli nascosti”
e “la strada della vita per arrivare, per non essere lontano dal Regno di Dio” comporta
lo “scoprire gli idoli nascosti”. Un comportamento rintracciabile già nella Bibbia
– ricorda il Papa – nell’episodio in cui Rachele, moglie di Giacobbe, finge di non
avere con sé gli idoli che invece ha portato via dalla casa di suo padre e nascosto
dietro la sua cavalcatura. Anche noi, afferma Papa Francesco, “li abbiamo nascosti
in una cavalcatura, nostra… Ma dobbiamo cercarli e dobbiamo distruggerli”, perché
per seguire Dio l’unica strada è quella di un amore fondato sulla “fedeltà”:
“E
la fedeltà ci chiede di cacciare via gli idoli, scoprirli: sono nascosti nella nostra
personalità, nel nostro modo di vivere. Ma questi idoli nascosti fanno che noi non
siamo fedeli nell’amore. L’Apostolo Giacomo, quando dice 'Chi è amico del mondo, è
nemico di Dio', incomincia dicendo: 'Adulteri!'. Ci rimprovera, ma con quell'aggettivo:
adulteri. Perché? Perché chi è 'amico' del mondo è un idolatra, non è fedele all’amore
di Dio! La strada per non essere lontano, per avanzare, per andare avanti nel Regno
di Dio, è una strada di fedeltà che assomiglia a quella dell’amore nuziale”.
Pur
“con le piccole o non tanto piccole idolatrie che abbiamo”, com’è possibile – si chiede
in conclusione Papa Francesco – non essere fedeli “a un amore tanto grande?”. Per
farlo, occorre confidare in Cristo, che è “fedeltà piena” e che “ci ama tanto”:
“Possiamo
chiedere oggi a Gesù: ‘Signore, tu sei tanto buono, insegnami questa strada per essere
ogni giorno meno lontano dal Regno di Dio, questa strada per cacciare via tutti gli
idoli’. E’ difficile, ma dobbiamo incominciare… Gli idoli nascosti nelle tante cavalcature,
che noi abbiamo nella nostra personalità, nel modo di vivere: cacciare via l’idolo
della mondanità, che ci porta a diventare nemici di Dio. Chiediamo questa grazia a
Gesù, oggi”.