Mali: militari in marcia verso Kidal. Si teme il peggio
Temono il peggio i militari in marcia verso Kidal. A Bamako tutti i maliani sono impazienti
di vedere l’esercito riprendere il controllo del capoluogo per consentire al Paese
di ritrovare la sua integrità territoriale, ma temono repressioni e vendette incrociate.
A riferirlo all’agenzia Misna fonti della società civile originarie di Kidal, stabilite
nella capitale dall’inizio del conflitto nelle regioni settentrionali, nel gennaio
2012. Il capoluogo nord-orientale, solitamente abitato da circa 60.000 persone, si
è svuotato negli ultimi mesi dopo che la ribellione tuareg del Movimento nazionale
di liberazione dell’Azawad (Mnla) ne ha preso il controllo assieme ad altri gruppi
armati islamici. L’intervento militare franco-africano, a partire dello scorso gennaio,
non ha ancora consentito di liberare Kidal, ancora oggi sotto il dominio dell’Mnla
e di altri movimenti armati che si oppongono al ritorno dell’esercito e dell’amministrazione
centrale. Accorati gli appelli affinché le truppe che entreranno a Kidal non commettano
una repressione cieca, riportano fonti della Misna, sottolineando che i tuareg sono
maliani a tutti gli effetti e che l’Mnla (Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad)
rappresenta solo una piccola parte della comunità. Le Forze armate maliane, che si
trovano ad Anefis, località situata circa a metà strada tra un’ansa del fiume Niger
e Kidal, sono in marcia verso il capoluogo per riprendere il controllo della roccaforte
dell’Mnla. La ribellione tuareg ha già messo in guardia la autorità maliane: “Se dovessimo
essere attaccati, andremo fino in fondo alla nostra lotta e interromperemo ogni negoziato”
ha dichiarato Mahamadou Djeri Maiga, vicepresidente dell’Mnla. A Kidal sono dispiegate
truppe francesi e dei Paesi dell’Africa occidentale, il cui ruolo al momento è guardato
con sospetto da diversi settori della società maliana. Ieri un consiglio straordinario
dei ministri ha prorogato lo stato di emergenza fino al 5 luglio, quando si aprirà
la campagna elettorale per il voto del 28 luglio. Cancellate per motivi di sicurezza
tutte le manifestazioni. (F.B.)