mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto Avevamo bisogno
di un appiglio, anche tecnico, per sostenere la speranza del popolo. Questo decreto,
di fatto, mette chiarezza, e richiama le persone, lo Stato e poi tutte le persone,
alla responsabilita'. Gli aspetti che piu' mi colpiscono positivamente sono che in
tal modo non si e' semplicemente data continuita' alla produzione e poi anche sostenuta
energicamente la necessita' dell'applicazione dell'Aia, ma si individua anche da dove
possano essere utilizzate le risorse. E poi si pongono dei meccanismi di controllo
ambientale molto rigorosi. Siamo di fronte ad un intervento dello Stato che
non si sostituisce alla proprieta', mi sembra; e se la sostituzione avviene, avviene
nel corso di uno o due o massimo tre anni. Certo, si tratta di un intervento straordinario
per tutta la complicatissima situazione che si era creata. Pero', l'obiettivo e' proprio
quello del risanamento e quindi anche della continuita' produttiva. (a cura di
Luca Collodi)