Rapporto Fao 2013: 870 milioni gli affamati, 1,4 miliardi in sovrappeso
Il sistema alimentare per una migliore nutrizione”: il titolo del Rapporto annuale
della Fao, presentato ieri a Roma nella sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite
per l’alimentazione e l’agricoltura. Il servizio di Roberta Gisotti:
“La malnutrizione,
in tutte le sue forme – denutrizione, carenze di nutrienti, eccesso di peso e obesità
– impone alti costi economici e sociali inaccettabili, in tutti i Paesi ad ogni livello
di sviluppo”. Questa la premessa del Rapporto Fao 2013, che allarga la sua prospettiva
di lotta alla fame nel mondo, che resta una priorità – ha sottolineato in un video
messaggio il direttore generale José Graziano da Silva – cui affiancare il raggiungimento
di obiettivi di benessere alimentare per tutti a beneficio dell’intera umanità, come
ha evidenziato Kostas Stamoulis, direttore della Divisione economica sviluppo
agricolo:
R. – Nel mondo, le persone malnutrite sono diversi miliardi. Tra
queste vi sono 870 milioni che mancano di sufficienti calorie e più di 2 miliardi
che soffrono della carenza di vitamine e micronutrienti fondamentali e poi vi sono
1,4 miliardi di persone che sono sovrappeso, di cui 500 milioni sono obese.
D.
– Questo rapporto amplia un po’ la prospettiva fino a qui seguita per vincere la fame
nel mondo e chiama in causa tutto il sistema dei consumi alimentari e delle produzioni
agricole.....
R. – Il Rapporto mette al centro del dibattito il sistema agroalimentare,
dalla produzione primaria di prodotti agricoli fino ai consumatori. Questo sistema
agroalimentare può fare molto di più per combattere la malnutrizione rispetto a ciò
che sta facendo oggi. Si deve porre la nutrizione come un obiettivo fondamentale in
tutti i settori e per tutti i governi.
D. - Ci sono punti che la Fao, con la
sua competenza, indica ai governi per partecipare a questo piano mondiale?
R.
– Sì, la Fao a questo punto chiama tutti a un partenariato per combattere il problema
della malnutrizione perché non è soltanto un problema che si può affrontare con il
sistema agroalimentare. Il sistema agroalimentare è fondamentale però il sistema della
salute, della sanità, dell'acqua pulita devono essere messi insieme per combattere
il problema.
D. – Dal vostro osservatorio, potete valutare se è cresciuta la
sensibilità dei governi verso il problema della fame nel mondo, visto che ci avviciniamo
alla data del 2015, fissata negli obiettivi del millennio per garantire il diritto
al cibo per tutti?
R. – Sì, questo è un punto molto incoraggiante. Sia i governi
dei Paesi più ricchi, sia quelli dei Paesi più poveri sono molto più sensibilizzati
al problema della sicurezza alimentare, degli effetti della nutrizione e sono molto
più determinati a combattere il problema. Forse, la crisi agroalimentare del 2007-2008
ha contribuito, perché ha messo in evidenza le debolezze del sistema globale e anche
le debolezze dei sistemi nazionali nel settore cibo e alimentazione. Il fatto che
la nutrizione sia il principale obiettivo del G8 o del G20 è un dato molto incoraggiante.