2013-06-04 17:01:40

Proteste turche. Laici vs islamici?


RealAudioMP3 Non si placa la protesta contro il governo del primo ministro islamico Erdogan in Turchia. Duri scontri fra manifestanti e polizia ad Ankara, Istanbul, Smirne. Ad Antiochia, un giovane è stato ucciso. Amnesty International ha indicato che dal 29 maggio oltre duemila rivoltosi sono stati feriti in diverse città del paese. Chi protesta? E contro chi? "Donne velate, musulmani che si oppongono al capitalismo, ma anche tantissima gente comune che ha sostenuto Erdogan e che si è pentita". Giuseppe Di Donna, dottorando in Diritto comparato dei Paesi islamici, da due anni ad Istanbul dove collabora con l'Huffington Post, ci racconta la genesi delle proteste: "Non è tanto una rivolta dei laici contro gli islamici, quanto la protesta di una società civile assai composita che non riesce a sopportare le derive autoritarie del governo". P. Alberto D'Ambrosio, esperto di islam turco, vicario dei Domenicani di Turchia affronta la complessità della questione: "Erdogan è di ispirazione conservatrice, i progetti adottati dal suo partito vanno nella direzione di quanto ha sempre prospettato al paese. Quindi una coerenza di fondo ci sarebbe nella sua politica. Il problema è che governando un paese sì laico, ma di tradizione musulmana, certe decisioni possono essere lette in maniera ambigua". Il riferimento è alle leggi in atto sulla riforma dell’educazione, a quella per la proibizione parziale del consumo di alcool, fino alla modalità di soppressione degli scontri ultimi. "Ricondurre tutto all’islam è una analisi parziale", spiega il religioso. "Siamo di fronte sì a un partito conservatore che si ispira all’islam, ma un partito che fa dell’ordine pubblico uno dei capisaldi dell'intera politica della Turchia. L’ordine pubblico è posto come priorità, prima ancora della dignità del popolo in quanto tale. E quindi il criterio di lettura 'islamico vs laico' non è completamente valido. Del resto - continua D'Ambrosio - buona parte dell’elettorato del bacino musulmano è sicuramente contraria alle prese di posizione dell’attuale governo. Insomma, siamo di fronte ad una contestazione 'ad personam'. Bisognerà vedere fino a che punto i manifestanti andranno avanti e quali sono gli obiettivi. Se per esempio si considera la tradizione dell’islam ottomano, la popolazione dovrebbe andare avanti, sicura che il primo ministro dovrà dimettersi presto". Ma possiamo parlare di primavera turca? "Per la Turchia teoricamente non dovrebbe esserci bisogno di una primavera intesa come liberazione da una tirannia. Ciò che sta accadendo non è assimilabile a quanto abbiamo assistito nel mondo arabo. Io spero solo che questo momento sia un momento fondamentale nella dialettica del paese. Bisogna sperare che non degeneri. Credo che ci siano i presupposti per fare in modo che sia un momento di vera costruzione della democrazia". (a cura di Antonella Palermo)







All the contents on this site are copyrighted ©.