Niger: assalto alla prigione di Niamey ad opera di un commando islamico
Mano islamica dietro l’assalto alla prigione di Niamey in Niger. Secondo l’agenzia
Fides infatti ad operare è stato un commando della setta islamica nigeriana Boko Haram.
Ad affermarlo il Ministro della Giustizia del Niger che ha rilevato che tra i 22 detenuti
evasi vi è anche un esponente di Al Qaida nel Maghreb Islamico, uno dei tre gruppi
jihadisti attaccati dalle truppe francesi dell’operazione Serval nel nord del Mali.
A quanto ha riferito all’agenzia Fides padre Mauro Armanino, missionario della Società
delle Missioni Africane, pare che ci siano delle connivenze accertate tra Mujao e
Boko Haram riferendosi ad un altro dei gruppi jihadisti attivi nel nord del Mali,
il Movimento per l’Unicità e la Jihad nell’Africa Occidentale (Mujao). Su un’ipotesi
che il Niger rischia ora quindi di diventare il trait-d’union tra i gruppi jihadisti
che operano nella fascia sahelo-sahariana (Mali, sud dell’Algeria e della Libia, Niger
del nord) e il movimento nigeriano Boko Haram, padre Armanino risponde che si tratta
di un pericolo reale anche perché una parte della popolazione Houssa si trova in Niger
ed un’altra in Nigeria. "I Boko Haram sono presenti anche da questa parte del confine",
sottolinea il missionario che spiega che il governo del Niger, che è un Paese islamico
al 98%, ha fatto una scelta di campo, inviando truppe a combattere in Mali ed accogliendo
militari francesi e droni americani sul suo territorio. Scelte complicate, afferma
padre Armanino che non sono foriere di pericoli e reazioni del genere. Secondo il
missionario inoltre la popolazione è preoccupata e si sta ancora cercando di ricostruire
le dinamiche dell’assalto alla prigione. Non mancano intanto le polemiche. Un giornale
locale titola che l’evasione svela le carenze del sistema. (F.B.)