Centrafrica: violenta ostilità contro la Chiesa cattolica
Esecuzioni sommarie, stupri, centinaia di case incendiate, chiese e cappelle profanate,
gente che fugge in Congo, furti di automobili, motociclette e computer che dimostrano
“una violenta ostilità contro la Chiesa cattolica” da parte dei ribelli della coalizione
Seleka, che hanno preso il potere nella Repubblica Centroafricana con il colpo di
Stato del 24 marzo scorso. A fare il punto della situazione, dopo due mesi, è il vescovo
di Bangassou monsignor Juan Josè Aguirre, in una intervista ad Aiuto alla Chiesa che
soffre, diffusa in inglese sul sito internazionale. “Quando sono arrivato nella mia
diocesi ho trovato solo il caos - racconta mons. Aguirre -. Le persone fuggivano.
Alcuni sono stati uccisi dopo processi sommari; ci sono stati stupri, furti e saccheggi
nelle missioni. Veri e propri atti di guerra. In un villaggio vicino Bangassou è stata
completamente distrutta la missione, con le abitazioni dei religiosi e delle religiose.
Circa 400 case sono state incendiate e nove persone uccise. Almeno la metà dei beni
della diocesi sono stati rubati. Hanno dato fuoco alla clinica infantile, all’internet
center, alla farmacia e al garage, come pure agli uffici amministrativi di alcune
Ong e di altre Chiese. Hanno attaccato le denominazioni cristiane ed in particolare
la Chiesa cattolica con ferocia. Almeno tre chiese sono state saccheggiate e profanate.
Hanno aperto il tabernacolo e preso le ostie consacrate”. Per fortuna “non ci sono
vittime tra preti, suore o catechisti cattolici - prosegue il vescovo di Bangassou
- ma fuori Bangassou ci sono state esecuzioni sommarie. Adulti e bambini sono stati
uccisi a colpi di arma da fuoco. Da quando i Seleka sono arrivati in Centrafrica non
c’è stato altro che distruzione”. Mons. Aguirre teme che il nuovo governo voglia prima
o poi instaurare una Repubblica islamica: “Ne abbiamo conferma giorno dopo giorno.
Recentemente hanno introdotto una festività pubblica per celebrare la nascita di Maometto”.
Secondo il vescovo “la Francia comincia a capire ora che è stato un grande errore
permettere ai Seleka di impossessarsi del Paese. Spero che l’Unione europea prenda
una decisione. Ci dicono che circa 2.000 soldati da sei o sette Paesi africani verranno
inviati per pacificare il Paese, si pensa che rimarranno fino al 2016, quando si terranno
elezioni democratiche per decidere quale sarà il prossimo presidente”. Il vescovo
di Bangassou - che è costretto a spostarsi a piedi dopo il furto delle automobili
- chiede aiuti per la sua diocesi: “abbiamo bisogno di auto e moto”, ma anche “tavoli,
sedie, zanzariere, lenzuola, tazze, piatti, coltelli, lampade, pannelli solari, batterie,
medicine e farmaci antiretrovirali per i malati di Aids, materiali scolastici” e,
non ultima, “la connessione internet” per rimanere in contatto con il resto del mondo.
(R.P.)