24 anni fa l'orrore di Piazza Tiananmen. Veglia a Hong Kong per ricordare la strage
Il 4 giugno del 1989, 24 anni fa, il mondo assisteva imponente alla tragedia di Piazza
Tiananmen, in Cina, quando l’esercito reprimeva con la forza le pacifiche proteste
studentesche. A scendere in strada erano stati studenti, operai, contadini, intellettuali:
cittadini che si ribellarono a corruzione e nepotismo per chiedere democrazia e riforme.
Imprecisato il numero delle vittime della repressione, di certo fu un vero massacro.
La stima dei morti va dalle poche centinaia denunciate dal governo cinese agli oltre
mille calcolati dalle organizzazioni come Amnesty International. Senza dimenticare
la feroce caccia agli oppositori che si scatenò anche nei giorni successivi al 4 giugno
e che portò ad arresti ed esili. Cosa resta di quanto accaduto nella memoria dei giovani
cinesi di oggi? FrancescaSabatinelli lo ha chiesto a ClaudiaAstarita, docente di politica cinese alla Luiss e alla John Cabot University:
R. – Ci sono
tanti giovani che, secondo me, ignorano davvero tutto quello che è successo. L’istruzione,
la propaganda, hanno cancellato la memoria – quello era il loro obiettivo – e con
le ultimissime generazioni lo hanno raggiunto. Quindi, c’è una "fetta" di Cina che
non sa nulla. C’è però un’altra fetta di giovani che ha accesso ai giornali stranieri,
che magari ha anche studiato all’estero, e che si è fatta venire qualche dubbio. Poi,
ci sono anche i giovani a cui le famiglie hanno avuto il coraggio di raccontare quello
che loro hanno visto, spesso sono i genitori stessi a nascondere la verità, proprio
per evitare che anche i figli siano costretti a condividere questo fardello pesante
della memoria. Pesante essenzialmente perché ricordare, in Cina, può essere pericoloso.
Se consideriamo tutte le attività di repressione che il regime ancora mette in atto
nei confronti di tutti quei temi, quegli argomenti, quelle situazioni che vengono
considerati scomodi, proteggere un ragazzo con l’”ignoranza” spesso può rappresentare
una soluzione utile. O almeno, questo pensano tanti genitori cinesi.
D. – Quanto,
quindi, potrebbe essere pericoloso ricordare Tiananmen nella Cina di oggi?
R.
– Considerando quanto si autocensurano le persone che hanno vissuto quel periodo,
e che hanno vissuto sia la Rivoluzione culturale sia Tiananmen, secondo me tantissimo.
Non è normale che oggi, o ieri, sui motori di ricerca cinesi non fosse possibile digitare
o trovare qualcosa in corrispondenza di “64”, che è un modo che i cinesi hanno sempre
usato per scrivere qualcosa in riferimento a Tiananmen: “64” sta per 4 giugno. Non
è possibile che addirittura siano state censurate parole come ieri e domani, per evitare
che chi scrivesse qualcosa in riferimento a questa giornata, un giorno prima o un
giorno dopo, riuscisse a veicolare il messaggio. Quindi, il tema è molto caldo, e
oggi è ancora più caldo perché c’è una parte della popolazione cinese che chiede riforme
sociali e politiche. Ogni volta che si tira fuori questo tema, il collegamento diretto
è con quello che è successo a Tiananmen 24 anni fa. Quindi, anche in questo caso meno
se ne parla meglio è, secondo il Partito quantomeno.
D. – Il silenzio ha sempre
coperto il reale numero delle vittime e la sorte di molti giovani arrestati, così
come quella dei dissidenti. Cosa ne è di loro?
R. – Chi lo sa? C’è qualcuno
che ha scritto, magari, qualche libro perché è riuscito ad arrivare all’estero, scappando.
Ma noi di migliaia e migliaia di ragazzi non sappiamo proprio più niente. Noi ricordiamo
il 4 giugno, ma nei giorni successivi venne dato l’ordine da Deng Xiaoping in persona
di andare in tutti i campus della città di Pechino per cercare le persone che erano
state in piazza. Nessuno ha mai confermato che cosa sia loro successo, informazioni
non ce ne sono.
D. – A Pechino, è stata censurata qualsiasi commemorazione:
a scendere in piazza, invece, è Hong Kong, con una veglia alla quale dovrebbero partecipare
oltre diecimila persone.
R. – Finalmente riscende in piazza... Io ho abitato
per tanti anni a Hong Kong ed è sempre stata, quella, una serata molto commovente.
E a Hong Kong la veglia per Tiananmen è sempre stata particolarmente sentita. Negli
ultimi anni no, purtroppo, e questo perché pure Hong Kong ha cercato – anche con la
complicità di un governo più vicino alla Repubblica popolare – di mantenere un basso
profilo anche per quanto riguarda la commemorazione di Tiananmen. Poi, a Hong Kong
è cambiato qualcosa, la città si è resa conto che questa omologazione, o questo tentativo
di rispondere sempre positivamente a quello che chiede Pechino, è sbagliato e non
porta ai risultati che la città vorrebbe e questo, finalmente, ha riportato le persone
a scendere di nuovo in piazza, a chiedere suffragio universale, maggiori diritti e,
di nuovo, anche a ricordare quello che è successo nella notte del 4 giugno di 24 anni
fa.