Mons. Jeanbart: “In Siria caos e macerie. Uniti al Papa chiediamo il dialogo”
“Vediamo solo caos e distruzione in un conflitto che è tutti contro tutti. In un Paese
sfigurato, con la popolazione civile condotta al macello, l’appello di Papa Francesco
richiama al dialogo e alla riconciliazione. Urgono passi concreti e speriamo che la
Conferenza di Ginevra sia la svolta per una soluzione politica al conflitto siriano”:
lo dice all’agenzia Fides mons. Jean-Clément Jeanbart, arcivescovo metropolita di
Aleppo per i greco-cattolici (melkiti). L’arcivescovo esprime riconoscenza al Papa
per le parole espresse all’Angelus di domenica, affermando che danno “consolazione
e speranza”. Mons. Jeanbart esprime tutta la sua preoccupazione e tristezza “nel vedere
un Paese ridotto in macerie”, e “nell’assistere a violenze, uccisioni terribili di
civili e di bambini, sequestri, che sfregiano il volto del popolo siriano”, in una
sorta di “degrado della stessa umanità”. Sui due vescovi (il siro-ortodosso Gregorio
Yohanna Ibrahim e il greco-ortodosso Boulos al-Yazigi) ancora sotto sequestro, e sui
due preti rapiti dal febbraio scorso (l’armeno cattolico Michel Kayyal e il greco
ortodosso e Maher Mahfouz ), l’arcivescovo dice: “Non ci sono novità, non si sa nulla
e questo è segno del caos che regna. I sequestrati sono persone che facevano opere
umanitarie, aiutando la gente a vivere in questa tragica situazione. E’ molto preoccupante.
Dove andremo a finire?” Di fronte a un sofferenza immane, “il nostro timore è che
i fedeli cristiani continuino a lasciare il Paese, in cerca di una vita dignitosa”.
“Si soffre per mancanza di merce, combustibili, elettricità, a volte di cibo. Ma quello
che ci fa soffrire di più è vedere il futuro che diventa sempre più scuro. Il futuro
per noi cristiani e per tutti i siriani – precisa – non può che essere basato sulla
piena cittadinanza, sulla libertà, sulla dignità e sul rispetto dell’altro. Altrimenti
cosa ci accadrà?” La Siria è “una terra santa che ha visto la nascita della Chiesa
universale. L’appello del Papa è prezioso – spiega mons. Jeanbart – perché richiama
il mondo intero a fare qualcosa per noi. Auspichiamo che la imminente Conferenza di
Ginevra riesca ad aprire un reale spiraglio di pace, a offrire un’apertura reale verso
il dialogo e verso una soluzione politica”. Domenica nelle chiese siriane e nelle
comunità della diaspora, “abbiamo pregato con il Papa nell’ora di adorazione eucaristica,
un momento importantissimo per affidare a Dio la Siria e invocare la pace”, riferisce
l’arcivescovo. (R.P.)